Siamo una società frettolosa. Io ho vissuto per molto tempo in luoghi dove la lentezza era vista come un impedimento, se non con disprezzo.
Sarà che sono uno che ha bisogno dei suoi tempi per fare le cose.. ma questa “filosofia efficiente” mi ha sempre creato un gran disturbo. In più, ora siamo nella società dell’informazione, dove le parole spesso rischiano di perdere di significato, visto che ora possiamo parlare tutti, e di qualunque cosa.
Ebbene, non si smette mai di imparare. Lentamente sto imparando che questo mondo pretende che siamo tutti uguali, tutti rapidi, efficienti, brillanti.. ma la vera felicità non è questa.
La felicità sta nel non voler essere come tutti, ma nel voler essere se stessi, e sperare che altri capiscano questo, e che lascino che tu possa camminare con i tuoi passi, al tuo ritmo.. e sia disposto ad ascoltarti, quando è in grado di farlo. Ecco, credo sia anche una grande forma di rispetto, comprendere questo.. e non pretendere dagli altri niente di più di quello che si può dare.
Ho sempre creduto in queste cose, ma ora che so che è possibile incontrare persone che capiscano questo, so che noi stessi dobbiamo far sì che anche gli altri possano avere la stessa forma di rispetto che noi pretendiamo.
Crescere è questo: comprendere che il mondo non gira intorno a noi.. ma che assieme ad altri camminiamo, e possiamo cominciare a vedere il mondo anche con gli occhi degli altri.
Di Pesaro. Ho trentaquattro anni, vivo e scrivo da precario in un mondo totalmente precario, alla ricerca di una casa dell’anima – che credo di aver trovato – e scrivo soprattutto di fantasy e avventura. Ho sempre l’animo da Don Chisciotte e lo conserverò sempre!