Temetti giammai la morte,
che mi tentò con mirabili lusinghe,
ribelle nell’animo ad avversa sorte.
tempo di abbandonare le mortali spoglie
ancor non giunge,
il pensiero mio va al giovin figlio
e l’infelice moglie.
Celato in possente ventre,
con quaranta arditi compagni,
glorioso fu il tempo
in cui varcai di Ilio le mura
tesi alla strage
e a spogliar col ferro Troia
di violenti guadagni.
Non avemmo pietà per nessuno,
uomo, donna o bambino.
Dieci lunghi anni di lotte,
bagnate da lacrime e sangue,
avevano reso ognuno di noi
non più soldato,
ma assassino.
Canti e poemi scrissero di quella guerra,
combattuta su piagge remote.
Schiere di eroi contro eroi
per il premio di Menelao,
sottratto da Paride,
la cui anima ora
Ade orgoglioso scuote.
E vago per oceani e mari
intrisi di mostruoso periglio.
Poseidone, dominatore dell’acqua,
perseguita il mio errare.
Protettore di Troia,
alla sua ira
non posso trovar nascondiglio.
Ma gli Dei mi sono testimoni,
garanti della mia risolutezza.
Incurante degli stenti,
dei pericoli e delle tentazioni,
alla mia famiglia ritornerò,
e della mia Itaca
rivedrò la bellezza.
Nato e cresciuto a Vibo Valentia, ho 24 anni e studio Storia e Filosofia all'Università della Calabria, dopo aver frequentato il liceo classico M. Morelli. Non c'è molto da dire sulla mia vita, ma spero che questo cambi presto!