“I sette colli sembravano assorti in quell’atmosfera senza tempo, coronati di luce e di nubi, di torri e di mura, d archi e di pini secolari dalla corteccia rossa. E c’era un’isola in mezzo al fiume, collegata alle sponde con due ponti di marmo, tagliata e sagomata come una gigantesca nave di pietra arenata nelle sabbie bionde. Al centro un tempio e una statua scintillante d’oro. A sinistra un colle dirupato e sulla sua vetta un altro tempio, grandioso, decorato da una miriade di statue rosse e ocra e coperti di tetti laminati d’oro, fiammeggianti sotto il sole che declinava.
Apparve in cielo una stella.
Roma.
Ci fu un lungo, attonito silenzio, poi risuonò la voce di Flavus: “Da quando esiste questo paese?”.
“Da sempre”, rispose Tauro”.
Questa è una citazione dell’ultimo libro di Valerio Massimo Manfredi, “Teutoburgo”, che narra gli eventi che portarono il giovane Cherusco, Arminio, a scontrarsi con i Romani a Teutoburgo, e a vincere la battaglia che per i Romani divenne la più grande catastrofe della loro storia ( sì, quella di “Varo, ridammi le mie legioni!”).
Valerio Massimo Manfredi è un archeologo, divulgatore e autore di programmi Tv, come il famoso Stargate, andato qualche anno fa in onda su La7. Ma è soprattutto un grande scrittore di romanzi storici, ambientati in gran parte nel mondo antico, o che comunque narrano vicende di archeologi che indagano misteri riguardanti le epoche ormai passate da lungo tempo.
La sua bravura, e la sua unicità, a mio avviso, risiede nella sua grande onestà intellettuale: spesso ha dichiarato che i suoi sono romanzi, quindi opere di di finzione, che costruiscono una vicenda fittizia, ambientata però in un’epoca reale, che lui riesce a ricostruire perfettamente. La sua estrema serietà è dimostrata anche dal fatto che alla fine di ogni libro, tre o più pagine sono dedicate a una sterminata bibliografia, alle fonti prese in esame, e alle modalità con cui ha ricostruito vicende o personaggi lontani nel tempo e quindi difficili da restituire a noi con una perfetta aderenza.
In più. ritengo che abbia avuto l’enorme merito di creare una nicchia di pubblico nutrita e allevata al culto della Memoria: un fatto, questo, che in un’epoca come la nostra, è di vitale importanza.
Per stimolarvi alla sua lettura, vi consiglierò sei tra le sue opere. Sono tutte molto valide, ma credo che queste sei siano imprescindibili!
-Lo scudo di Talos: la storia di un giovane ragazzo menomato nella Sparta travolta dalle guerre Persiane;
– L’ultima legione: la ricostruzione, tra reale e fittizio, della Caduta dell’Impero Romano d’Occidente;
– la trilogia Alexandros: una straordinaria e precisa ricostruzione delle vicende di Filippo e Alessandro Magno;
– Le paludi di Hesperia: il meno noto dei ritorni degli eroi greci da Troia, quello di Diomede;
– Il tiranno: la storia tormentata del tiranno di Siracusa, Dionigi, e la descrizione accurata della Magna Grecia al massimo del suo splendore;
– Teutoburgo: l’ultimo libro, appunto, la descrizione eccellente dell’incontro/scontro tra due civiltà, quella Romana e quella Germanica, che un giorno avrebbe fatto nascere l’Europa
Buona Lettura!
Di Pesaro. Ho trentaquattro anni, vivo e scrivo da precario in un mondo totalmente precario, alla ricerca di una casa dell’anima – che credo di aver trovato – e scrivo soprattutto di fantasy e avventura. Ho sempre l’animo da Don Chisciotte e lo conserverò sempre!