<<Uccidiamo tutti gli uomini così risolviamo il problema della violenza degli uomini sulle donne>>. Scusate l’ironia macabra. Qui nessuno vuole negare il gravissimo problema. Ma a me piace anche andare oltre e analizzare la questione al di là del perbenismo e dell’ideologia borghese fondata sul conformismo, la superficialità e la creazione di un clima di terrore sociale addirittura tra i generi. Che facciamo, impediamo l’amore o la passione? Allora tutti i problemi collaterali saranno finiti. Qui si sta creando un clima di terrore volto secondo me a nascondere altre problematiche. Non mi stupirebbe, si è sempre fatto così e si farà sempre così fin quando non si vorranno analizzare le questioni da un punto di vista strutturale.
Il vero problema secondo me oggi non è se nasci donna o uomo, se sei omosessuale o etero, se ti piace il cioccolato o preferisci il vino. Insomma il vero problema è se nasci in una famiglia benestante o meno. Persino il razzismo secondo me oggi è una problematica relativa. Persino nei segrazionisti Stati Uniti un nero è riuscito a diventare Presidente e se Hilary non ce l’ha fatta non è certo perchè donna, ma perchè dotata di una antipatia e di una mancanza di empatia che è riuscita a far vincere persino un miliardario trombone come Tramp.
Si il problema della violenza sulle donne c’è. Esistono uomini che non riescono ad accettare una fine di una relazione, e fanno ricorso per impedirla o alla distruzione dell’identità della precedente amata compagna tramite l’acido o addirittura alla distruzione della vita stessa. E’ giusta quindi una campagna che parli di queste storie maledette, ma forse molti di questi casi derivano dai valori stessi che la società stessa propugna, vale a dire il mito della forza, dell’uomo che se vuole può ottenere tutto quello che vuole. Ci sono poi soggetti malati in cui le ossessioni della società si amplificano e prendono derive criminali. Altri forse sadici. Che godono nel distruggere la vita altrui, ma ritengo che siano soggetti questi per fortuna marginali.
Per questo che si può fare? Bisogna sicuramente che ci sia una regolamentazione penale adeguata sul piano legislativo e repressivo (come l’immissione della fattispecie di reato di distruzione dell’identità, come accade nei casi di attacco con acido) ma ci vorrebbe anche un ribaltamento dei valori sociale. Perchè non possiamo da una parte dire che la violenza contro le donne sia sbagliata e poi esaltare la forza, la mancanza di scrupoli, il maschilismo (che a volte diventa assunto come valore anche dalle donne), ma bisognerebbe creare una società fondata innanzitutto sul solidarismo, sull’armonia, sul rispetto reciproco, sull’aiuto dei più deboli.
Invece viviamo in una società violenta, in cui seppur la violenza non è sempre manifesta, striscia incessantemente, spesso repressa ed autorepressa mediante l’ideologia e l’ipocrisia, o proprio a livello di repressione fisica, ma non per questa essa manca, anzi sta toccando punte inimmaginabili (distruzione dell’ambiente, distruzioni delle identità fisiche tramite le colate di cemento, consumismo o cannibalismo finanziario). Insomma la questione è molto più profonda. La violenza sulle donne è solo una delle punte dell’iceberg. Ma che ti puoi aspettare da una società superficiale, come quella borghese che ha sempre negato il conflitto di classe e per farlo vi ha inserito il mito della nazione prima, e quello dell’uomo che si fa da solo poi.
Oggi abbiamo bisogno di intellettuali seri che vadano nella profondità delle questioni, che magari riinventino il linguaggio, perchè a quanto pare oggi sembra desueto parlare di classi, ma io illuso aspetto l’avvento di intellettuali simili, e se non ci sono, cerco almeno di ragionare con la mia testa, avvalendomi come compagni dei grandi testi critici del passato, e qualora essi non bastino sulla mera osservazione diretta. In attesa come diceva Nietzsche di un uomo nuovo, di un uomo che va oltre, mi basterebbe provare ad essere uno <<spirito libero>>.
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?