“Uno sciamano in gran dialogo con le forze della Natura”. Un poeta d’azione che erige barricate contro l’ordine precostituito è Serge Pey, che rompe i confini tra la poesia e il gesto e chiama i poeti a vendicare le parole.
Venger les mots è proprio il titolo dell’ultimo libro del poeta di Toulouse, uscito nell’ottobre 2016 a cura di Bruno Doucey.
Quando ho sentito pochi giorni fa la voce di Jacques Bonnaffé recitare l’Appello ai poeti (http://glowbi.net/serge-pey-la-poesie-en-action-14-appel-aux-poetes/), qualcosa mi ha spinto ad ascoltare e riascoltare ancora, fin quasi a ingurgitare quelle parole, a restituirle dal francese, lingua dolce che sa anche essere lingua di lotta, al mio parlato.
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APPELLO AI POETI
Appello ai poeti a
occupare i cimiteri
TRAAACT!
Perché i morti ci tengono
dalle gambe affinché noi
possiamo restare in piedi
Perché la poesia è divenuta il
pus di ferita aperta per sempre
ai lati della nostra bocca
Perché alcune cose future
sono dietro di noi
e alcuni uomini anche
Perché dobbiamo scavare fosse
nelle tombe nella luce e nella notte
Perché la poesia congiunge i suoi verbi
al centro dei dizionari bruciati
Perché la poesia è messa a morte
Perché i libri di poesia
sono allineamenti di epitaffi
Poiché le biblioteche gettano
cadaveri di carta in bidoni o canali
Poiché i sonetti non suonano più
e l’epica non porta più la spada
Perché le parole non significano più nulla
e vomitano le loro lettere.
Poiché i verbi vengono uccisi
dagli ufficiali di polizia al servizio
dell’oppressione della poesia
Perché vogliamo vendicare le parole
Perché chiediamo ai morti di esistere
contro le parole che sono morte
Perché abbiamo deposto una
pistola d’amore sulla tomba di Verlaine
al cimitero dei Batignolles.
[…]
Perché la poesia è la parte
a buon mercato delle nostre parole
Perché la poesia è proprietà
dei servizi municipali
del turismo del pensiero
Perché la poesia è vietata
nelle radio e sui giornali
Perché la poesia è sfigurata nelle scuole
in nome della ginnastica dei retori
Perché abbiamo voglia di vomitare
le lettere che le parole non vogliono più
Perché nessuno ci può più uccidere
dato che siamo già morti
Perché rivendichiamo una sola eredità
Venuta dall’avvenire
[…]
Perché chiamiamo all’insurrezione
delle parole dei morti
Perché convochiamo alla dispersione
delle ceneri delle poesie che la società brucia,
Perché siamo vivi,
Perché non dobbiamo dimenticare
i libri che ci hanno inondato le labbra
Perché dobbiamo amare
all’infinito quelli che li hanno scritti
Perché dobbiamo dissotterrare i poeti
assassinati dal silenzio
Perché siamo poveri
Perché dobbiamo sparare
senza pietà ai becchini che
camminano in mezzo a noi!
[…]
SCIOPERO GENERALE DELLA POESIA
CONTRO LA MORTE DI POESIA!
(Trad. Daniela Costanzo)
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Per saperne di più http://sergepey.fr
Archeologa. Bibliofila. Abibliofoba. Lettrice vorace, scrive fin da quando è in grado di farlo, ma declina puntualmente la responsabilità di spiegare i contenuti, con l’elegante pretesto che “la penna ne sa di più di chi scrive”.
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