Datemi il romanticismo della mia gioventù bruciata.
Voglio annegare tra i suoi vizi.
Acquistando l’umanità che non mi è mai stata concessa.
Colei che mi giudica e che allo stesso tempo mi guarda con desiderio.
Voglio abbandonare l’apatia che mi rende estraneo da ogni questione umana.
Voglio sentire il sangue circolarmi in corpo e prendere vita, respirando a pieni polmoni questo sogno utopico intriso di incoscienza.
Aspetterò l’oscurità aspettando che la mia razionalità si addormenti e non possa farmi il resoconto dei miei peccati.
Abbandonerò il mio corpo ai più primitivi sentimenti pronto a bruciarsi dai tormenti che questo comporta.
Ma la maledizione della sorte mi troverà portandomi via tutta questa libertà illusoria da cui con superbia vorrei avvolto.
Solo la mia anima sopravviverà e insoddisfatta per il triste finale girerà in terra vogliosa di morire.
Oscillo tra i miei flussi di incoscienza.
Giullari venite e deridete chi non vuol guardarvi;
Colui che della verità ne apprezza le ferite.
Chi ha reso la propria voce un ruggito.
Chi a solo la notte deve il suo inchino.
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