Quando vi dico di lasciarmi stare ~

~
Fermatemi.
Anche quando vi dico di lasciarmi
stare. Se ci riuscite provate
a trattenermi [novello Ulisse o Telemaco
legatemi all’albero maestro]
è per il bene mio
e delle mie mani – le sfrego
per far caldo al cuore
ma stanno precocemente invecchiando.

Dove son finite le parole
d’un tempo? Aspettano tra gli schermi
e le tabelle al gate di un qualche aeroporto –
Ma ti ho compreso vita mia: al costo di scottarmi
ho scoperto il fuoco che ti anima. È fuoco greco.

Perché proprio in questo modo
hai pensato di prenderti gioco
di me? Mi fai ridere di cuore guardando
occhi che partono e occhi che tornano –
salvo poi lasciarmi mettere radici!
È in verticale il tuo moto –
è un salto mortale nel vuoto,
sospingi verso l’alto.

Ti facevo d’altro stile
di continuo mi contraddici –
mi lasci appena godere l’abitudine
delle stesse scarpe di sempre
inzuppate fino ai talloni
che già arrivi coi pollini e coi fiori
che di più amavo.

Tra tutta questa folla di gente
ci sarà chi – come me – ha ingenuamente
creduto d’averla vinta con te?

Ădhünāy, Ădhünāy! Richiama
il tuo vecchio popolo e pure quello nuovo:
le persone hanno altre persone care
nella propria mente;
avrò scritto un’altra poesia in tua assenza –
e bada per corale io intendo
che siete in tanti, tantissimi
a dovermi dare delle risposte.

Vive a Lamezia Terme, legge e scrive dove gli capita. A tempo perso si è laureato in Beni Culturali e in Scienze Storiche, a tempo perso gestisce il blog Manifest e a tempo perso è responsabile della Biblioteca Galleggiante dello Spettacolo del TIP Teatro. Di fatto, non ha mai tempo. Ha esordito nel 2023 con il romanzo "Al di là delle dune" (A&B)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Previous post Venti (passi) in tempesta
Next post Basta parlare di “Antimafia”, c’è bisogno di parole nuove!