A te voglio donare

A te voglio donare il mare, le stelle e la luna

A te voglio donare quei monti azzurrini che cingono gli orizzonti

A te voglio donare, con tutto me stesso,

perché’ solo così posso rendere giustizia al mio sentimento,

l’opale e la luna, l’inchiostro delle onde e i petali della fioritura,

A te voglio donare i miei sogni e voglio ricevere in dono i tuoi fantasmi,

di cui avrò cura fin quando diverranno miei amici.

A te voglio donare i ricordi di infanzia, che sono i più cari e colorati,

i più gioiosi e immacolati. A te voglio donare la neve dei monti,

e il calore del focolare su cui bollivano le castagne.

A te voglio donare la minestra che preparava con tanta maestria mia nonna,

i frutti degli alberi dei cachi e i fichi che crescevano affianco la pergola dei miei natali.

A te voglio regalare il Natale, di quando ero bambino, il pino in cucina,

i regali incartati e la cena e tutti gli invitati. A te voglio regalare la sfera del globo,

gli oceani e le tempeste, la bufera che ammanta, il fuoco che arde e consuma,

e tutti gli elementi. A te voglio donare tutto, me stesso innanzitutto,

perché solo attraverso te che ho preso forma, un caos

a cui dato gambe per camminare, mani per accarezzare,

occhi per vedere e labbra per baciare, te,

mia unica, donna.

Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?

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