Quando non sono sobria.

Chiedo scusa per ogni volta in cui non sono stata io. Chiedo scusa per quando invece ero stata soltanto io. Chiedo scusa alla mia voce per tutte le volte che non le ho permesso di dar forma ai miei pensieri, e per quando le ho permesso di farlo a pensieri che non avevano forma.

Chiedo scusa alla penna rimasta tra le pagine del quaderno che non ho più cercato.
Chiedo scusa al quaderno per essermi arresa.
Chiedo scusa per ogni volta in cui sono stata cattiva e insolente, io che ho sempre criticato i cattivi e gli insolenti.
Chiedo scusa per aver criticato, io che ho sempre criticato chi critica.
Chiedo scusa per le mie bugie, per le mie ansie.
Chiedo scusa alle mie bugie e alle mie ansie.
Chiedo scusa ai tuoi occhi e il perché me lo tengo per me.
Chiedo scusa a me per essermi sempre sottovalutata dandomi di meno e per ogni volta in cui mi sono permessa di darmi di più.
Chiedo scusa ai libri di cui ho saltato le pagine, alle frasi di cui ho saltato le parole, alle parole che ho dimenticato e a quelle a cui ho dato troppa importanza.
Chiedo scusa alle mie mani quando sudano, quando devo iniziare a toccarle nervosamente, asciugarle lungo ai pantaloni.
Chiedo scusa ai film davanti ai quali mi sono addormentata.
Alle stelle che non ho guardato perché  avevo poca voglia di alzare il collo.
Chiedo scusa per quando ho deluso le aspettative e per quando mi sono fatta delle aspettative.
Per gli occhi umidi, gli sguardi spenti, i silenzi rispettati e mozzati, i silenzi urlati e scanditi.
Chiedo scusa per quando ho pensato che la debolezza non potesse appartenermi, che fosse oggetto del mediocre.
Infine vorrei chiedere scusa per ogni fottuta volta in cui ho chiesto scusa.
Ah, dimenticavo… e anche per quando non l’ho fatto.

Sono nata nell'autunno del 1999. Bambina fragile, adolescente critica e infine ragazza confusa.
Lotto ogni giorno con le mie paure, hanno forme, colori e odori diversi l'une dalle altre. Forse un giorno smetterò di odiare questa vena autodistruttiva tutta umana, nel frattempo la combatto.
Aspettando di crescere.

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