Rivoglio il brivido di quei giorni di febbre
Di ricordi e viaggi folli pieni di colori
Ho fotografie che non se ne andranno mai
Di quei giorni
Tu eri una bambola di vetro
Vestita di nero
I capelli d’oro
Viso da fata
Eravamo fuori dal tempo io e te
Eravamo belli io e te
Ci volevamo bene io e te
Ma quei giorni ora sono svaniti
Il brivido si è placato
Spento
Inaspettato
La cenere è ancora calda
Ma la strada è finita
Come un battito di ciglia
Incancrenita
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?