Il gendarme e l’arpa

L’arpa suona per l’erudita gendarme.
L’arpa suona e tuona più dell’arme del mite gendarme.
L’arpa accarezza e subito dopo spezza.
Il gendarme è la vittima di ciò che più ama e al contempo disprezza.
Il gendarme si nutre di musica, ma ha affinità col più profondo dei silenzi.
Il gendarme è il suono dell’arpa nell’attimo preciso d’una silente battuta d’arresto.
L’arpa è il gendarme e il gendarme è l’arpa.
Eppure si ha bisogno o dell’uno e dell’altra.

N.B.
Spesso la linea che separa bene e male è talmente sottile che facciamo fatica a distinguere l’uno dall’altro. Spesso c’è fin troppo bene tra le pieghe del male e spesso c’è fin troppo male dietro un fantomatico bene. E’ importante che s’interrompa l’atto di giudicare a discapito di un mondo che ha le sue fondamenta sul giudizio e sul facile pregiudizio.

Nata a Lamezia Terme, il 27 Marzo del 1989, è una studentessa di “Scienze della comunicazione” presso l’ "Università della Calabria”. Nel 2011, ha pubblicato, con la "Damster Edizioni", un racconto intitolato "Brava Giulia", per l’ antologia "Voglio un racconto spericolato". Nel 2015, ha pubblicato sette poesie per la collana dal titolo "Riflessi" delle casa editrice "Pagine"; e nel Settembre dello stesso anno, ha pubblicato la sua prima raccolta poetica del titolo "Cespugli di rovi" con Eretica Edizioni. Nel Maggio del 2017 ha pubblicato invece il suo secondo libro di poesie "Annerita di condensa", con la medesima casa editrice.

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