Quante volte, ancora, ci sentiremo esuli vagabondi.
Quante volte, ancora, resteremo incapaci di fronte l’attimo che ci attanaglia ad un presente preda dell’ignoto, che ci fa paura, ci terrorizza, e per quante volte ancora resteremo? Perché resteremo, vero?
Resteremo qui, sdraiati su questo giardino, su questo paesaggio, di occhi verdi, arrendevoli, misteriosi, su questo mare, selvaggio, dall’orizzonte visibile in notti di luna piena, dove lo specchio è palese, ma noi non siamo pronti a tuffarci?
Quante volte, ancora, resteremo a guardarlo, a guardare solamente le mosche che nei vicoli del suicida ci passano, leste, davanti al naso?
Il suicida è la nostra ombra nei momenti inattesi, quando tra lo stomaco si forma un vuoto e il respiro non basta.
Quante volte riusciremo a toccare con mano le reti arancioni degli ulivi familiari, o i limoni gialli, saporiti o acerbi di ricordi lontani?
Quante volte ricorderemo della memoria, di un giorno antico, quando bussò alla porta ed aprire non fu nessuno?
Chi c’era dietro quella porta?
Chiunque ci fosse…aveva paura!
Un marito, un padre, un’amante.
Quante volte, ancora, saremo capaci di perderci in un odore, nel rosso di un garofano, come quello che puntualmente nasceva davanti casa ogni estate.
Meglio, ancora, se a farci compagnia sarà un sussulto, una magia preponderante, un bene improvviso, lancinante, ché le cose lancinanti non sono solo brutte, per una donna o qualche uomo.
Meglio ancora se cambieremo scrittura, se troveremo il coraggio di provare ancora a camminare, a sognare, se volgeremo lo sguardo in cerca di una stella, se bisognosi d’amore, non ci accontenteremo.
Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".