Avrei deposto il mio cuore sulla neve
per accarezzare i tuoi passi stanchi,
il tuo volto affranto.
Ma mi dicesti
di non aspettare l’aurora,
il cinguettio dei passeri.
Trattenesti le mie mani :
questo è il cammino.
Non più notte,
non più catene,
solo il brillare di una luce lieve.
Amaro è l’incresparsi delle tue labbra,
sotto il peso del tuo mantello.
Sfidare la sorte è peccato dei mortali,
eterno orgoglio e rimorso.
Non aspettare presagi,
non inciampare ancora.
Acqua il tuo corpo,
acqua il tuo sguardo.
Non c’era più àncora
nella nebbia.