Anni di silenzi, mezze verità, omertà e omissioni hanno alzato uno spesso muro di vergogna e umiliazione. Ora, a quasi 9 anni dalla morte di Stefano Cucchi, quella barriera inizia a vacillare e a mostrare i primi squarci, proiettandoci verso nuove verità, verso una visione reale di quello che è accaduto la notte del 15 ottobre del 2009.
E la svolta arriva proprio da uno dei carabinieri imputati nel processo, Francesco Tedesco. È stato lui a fare i nomi dei presunti responsabili in una denuncia presentata lo scorso giugno e resa nota all’inizio dell’udienza di oggi dal pm Giovanni Musarò. “Cucchi è stato pestato – dice – da Alessio Di Bernando e Raffaele D’Alessandro”
Accuse pesanti – tutte da verificare nel corso del processo s’intende – ma che non possono lasciare indifferenti. Dopo anni, infatti, c’è una pista da seguire, segnata da chi ha trovato finalmente il coraggio di fare nomi e cognomi, chiamando tutti alle proprie responsabilità. Gravi.
Così come sono gravi le omissioni degli ultimi anni che gravano sulle coscienze astratte di chi finora ha vissuto e dormito all’ombra di uno dei fatti di cronaca più oscuri e controversi degli ultimi anni.
“Il muro è stato abbattuto” scrive Ilaria Cucchi sui social, sorella di Stefano, impegnata ormai da anni nella lunghissima battaglia mirata a scavare in profondità, alla ricerca di quella verità che oggi sembra più vicina che mai. Una guerra aspra che ha scalfito in profondità gli animi di tutti, anche di quelli più insensibili e, soprattutto, quel muro di pregiudizio che spesso, troppo, ha accompagnato questa drammatica vicenda.
Tante verità, però, dovranno saltare fuori. A cominciare dalla minacce, dai tentativi di depistaggio e le pressioni per far mantenere il silenzio. Almeno finora.
Nelle ultime settimane, poi, a riaccendere in modo prepotente i riflettori sul caso Cucchi ci ha pensato un film sbalorditivo, capace di scuotere le coscienze e far cadere definitivamente quel velo pesante e oscuro. Il lungo cammino verso la verità e la giustizia, forse, ora ha intrapreso la direzione giusta. Tornare indietro è impossibile.
Sono i ricordi e gli amori che non ho mai avuto, le risate e le bugie, gli schiaffi presi e quelli non dati, ma anche i sorrisi e gli sguardi rivolti nel vuoto delle anime che mi circondano e spesso ne scrivo anche. Giornalista di professione, utilizzo i miei occhi e i miei sensi per trovare un filo che unisce le migliaia di distrazioni che mi circondano e che mi confondono.