Ho lasciato una domanda al precedente scritto che era la seguente: “Come siamo arrivati a tutto questo?”
Ovvero come mai siamo arrivati a vantarci e ad inneggiare alla più completa ignoranza?
Perché ciò che dovrebbe essere zittito e sconfitto prende sempre più valore e importanza?
Una delle possibili risposte a tutti i quesiti potrebbe essere riassunta in una semplicissima parola: egocentrismo.
Da che esiste l’uomo indubbiamente esiste l’egocentrismo, questo fenomeno non dovrebbe neppure essere così nuovo o sconosciuto: prevalere, catturare l’attenzione, sentirsi importanti sono cose che chiunque cerca di ottenere, è all’interno di ciascuno di noi questo seme dell’Io come centro gravitazionale.
Eppure negli ultimi decenni questo seme è cresciuto in maniera esponenziale, in modo invadente come fa l’edera sui muri e, nella sua crescita, questo egocentrismo è diventato violento.
L’Io non vuole più semplicemente essere notato, apprezzato ed elogiato ma vuole imporsi sopra tutti gli altri esseri con crudeltà e prepotenza.
L’Io vuole essere dominante: imporre il proprio credo, spodestare i pensieri altrui, impossessarsi con smania di pochi minuti di applausi per poi bramare ancora e ancora.
In quel preciso istante non esiste più alcun dialogo o confronto, esiste solo ciò che per l’Io è giusto e cosa è sbagliato imponendo fermamente la propria verità. Non ha alcun valore l’opinione altrui se questa è differente o addirittura opposta al pensiero e all’ideologia per cui lottiamo.
Non hanno più valore le persone che possono farci vedere dove stiamo sbagliando, insegnandoci migliorare; l’Io vuole persone che lo seguano ciecamente, branchi di amanti.
Non vi è più spazio per l’ascolto.
“Chi è contro di me deve essere debellato, zittito, combattuto” – questo è il pensiero ossessivo di questo egocentrismo malato e contagioso.
L’Io non solo non vuole più essere parte della massa ma vuole distinguersi senza però avere una reale ragione. Anzi la ragione, la razionalità ha ben poco a che vedere con questo fenomeno: bisogna colpire alla pancia, al sentimento, alla parte più animalesca.
I valori vengono quindi rasi al suolo.
Vince chi urla di più, chi batte più forte i pugni, senza più dare importanza alle parole che si stanno pronunciando; senza più dare peso alle conseguenze; senza più alcuna coerenza; senza più pensare.
L’ignoranza che avanza è l’inizio della regressione.
La Luna è la migliore compagnia dei poeti senza sonno ed io, Moon, lascio la mia impronta abbracciando la notte e dipingendola di parole.