[ frammento da “Sono queste le mie spalle“, inedito ]
parte musica soffusa ti chiedo scusa, perché, in fin dei conti, ho davvero qualche mania per esempio mi piace scrivere anzi, dire che mi piace è poco io ho la mania di scrivere, di fissare i pensieri e le idee di provare a renderle altra cosa di quello che sono veramente con il rischio di perdere di vista me stesso ti chiedo scusa perché al tuo sedere questa notte continuerò a preferire la mia amata pagina bianca, quella che si riempirà delle spalle di Enea e delle ossa del vecchio Anchise lei mi guarda, con un ghigno di scherno e supponenza è la fonte di quelle questioni inesauribili che attengono, per così dire, allo spirito, all’interiorità, a una moltitudine di cose che vivono negli interstizi del quotidiano e che dal quotidiano traggono energia: come tra il primo sorso di caffè e il secondo, come nell’inciampo per il gradino non visto, come nel vuoto che separa due passanti, come nella distanza che separa i miei occhi dal tuo sedere è che non riesco a non fidarmi di lei, è forse un peccato questo? non saprei, di certo, so che per questo e per altri motivi che qui non sto, io sono destinato alla scomparsa non dico concretamente nel fisico, non per forza, non penso alla morte, questa volta, ma, più semplicemente, alla scomparsa dai radar sociali: l’aperitivo è un vezzo raro, la sigaretta in compagnia è un preliminare insoddisfacente si scompare alla vista dei molti, si dismettono abiti e scarpe particolari, se in estate, poi, due stracci sono sufficienti, quando ci si fida di lei quando a lei ci si affida insomma, quella pagina bianca non si riempirà da sola, capisci? perché nessuno sembra riuscire a capirlo? eppure, per questo e per altri motivi, i suoi silenzi mi danno sopravvivenza, perché, come tutti i silenzi, fanno male solo a chi ha orecchie ronzanti e per questo, e per altri motivi, le spalle di Enea e il vecchio Anchise sono la mia attuale direzione: l’unica direzione che io possa percorrere nel mio presente perché mentre scrivo delle spalle di Enea le mie spalle si contraggono, si curvano, si slargano, finché non cessano del tutto di esistere e allora queste diventano le mie spalle (mostra le mani) sono queste le mie spalle il dolore della pagina, poi, come tutti i dolori, diventa il migliore campanello per sopravvivere alcuni pensano che abbia a che fare lontanamente con quelli dell’amore quando non è corrisposto, e io chi sono per contraddire un manipolo di voci solitarie? ma credo sia maggiormente simile alla disperanza dell’amante neofita, quando non razionalizza l’appena accaduto e già teme scioccamente di non potere mai più rivivere quanto sta vivendo in quell’attimo in questo modo mi sta trafiggendo, lei, con i suoi silenzi e il suo pallore, pare quasi una perfetta sconosciuta: incredibile! dopo quello che c’è stato tra noi l’ho vista diventare mia madre, e mia madre era morta il giorno prima, assumeva le sue movenze e le fissava su parole calde e delicate come il vetro appena soffiato l’ho vista diventare mio padre, mentre mio padre completava la sua assimilazione al concetto che siamo soliti chiamare ‘casa’ l’ho vista diventare la donna che amo, prima, dopo e durante l’amore con lei, sapeva essere elegante, come le sue braccia e le sue gambe, decisa, come il suo piglio battagliero, fragilmente saggia. l’ho vista ancora assumere le sembianze di chiunque mi avesse dedicato nella vita un solo minuto del suo tempo per questo, questa sera potrebbe anche assumere le sembianze tue, o quelle del tuo sedere, prima di diventare universi di significati, storie del passato e di oggi, prima di diventare libro sgualcito, citazione, lista l’ho vista trasformarsi in dubbio e in chiarore, in complicanza e in molte altre cose semplici molte volte mi ha imitato, l’ho vista, pertanto, timorosa e ridente, speranzosa e abbandonata l’ho vista urlare cose a casaccio, descrivere oggetti frantumati e cose ricostruite la musica sfuma mi sta aspettando, immobile, pallida pronta a ricambiare lo sguardo stanco di uno sciocco ci vediamo grazie
Vive a Lamezia Terme, legge e scrive dove gli capita. A tempo perso si è laureato in Beni Culturali e in Scienze Storiche, a tempo perso gestisce il blog Manifest e a tempo perso è responsabile della Biblioteca Galleggiante dello Spettacolo del TIP Teatro. Di fatto, non ha mai tempo. Ha esordito nel 2023 con il romanzo "Al di là delle dune" (A&B)