Deliri

L’uomo non è più in grado di leggere, di scrivere, e quindi di comprendere.

Le parole hanno perso il loro significato venendo ormai maltrattate e fraintese.
L’uomo ha paura di se, ed io non sono un uomo, non sono un poeta e non sono uno scrittore, sono solo un osservatore delirante di una realtà apparente. Il mondo mi ha reso tale; sarebbe stato piacevole continuare a dormire venendo cullati dalla menzogna, ma sono stato svegliato; ed ora ho iniziato a vedere, sentire, pensare e parlare.
La conoscenza è dentro di noi, tutte le risposte alle domande sono racchiuse nella parte dormiente che aspetta solo di essere svegliata.
Fai attenzione a svegliarla perché non tornerà a dormire, ed una volta che avrà imparato a parlare non smetterà più di urlare.
Io non sono ancora capace di scrivere per lei, so comprenderla ma non sono in grado di tradurla. Il mondo si proietta verso il più gelido riduzionismo, ed io non mi sento parte di ciò che voi chiamate società, la solidarietà che tanto ammirate è solo fittizia, come la vostra esistenza che spacciate per vita.
L’uomo è incapace di vivere, l’uomo ha paura della vita, l’uomo ha paura di respirare, l’uomo ha paura di soffrire. L’uomo ha sacrificato se stesso inventando un essere a cui scaricare il suo potere perché è ancora incapace di controllarlo. Io sto dicendo solo stronzate, ancora non sono riuscito a dire ciò che realmente vorrei dire, sto cercando di trovare termini che mi consentano di esprimermi in modo da farmi capire, ma fallisco miseramente e ne sono consapevole.
In questo momento ho diverse visioni di ciò che vorrei dirvi, però perché sforzarmi nel farmi capire da chi non sa ancora leggere? Solo chi vive o ha vissuto ciò a cui mi riferisco sarà in grado di comprendermi, purtroppo non so spiegarmi ma anche se lo facessi non mi capireste, ma non mi capirei nemmeno io.
La scrittura oggettiva non esiste, bisogna vivere ed essere vissuti per poter scrivere realmente, devi creare emozioni e stati d’animo, e lasciare che qualcun altro li esplori, se non riesci in questo mio caro faresti meglio a smettere di scrivere. Ho sempre amato la poesia definendola come il linguaggio del vero e del reale; la poesia è arte perché si tratta della vita stessa, e l’arte è la bellezza. Senza la bellezza noi non saremmo niente. Guardatevi intorno, ed iniziate a vedere, siamo fatti di collegamenti; l’uomo è troppo complesso per lasciare qualcosa al caso. Ma vi avverto persi, eppure ancora ci troviamo in superficie
Non sto rispettando nessun ordine logico, o almeno nessun ordine logico apparente. Il mondo esteriore è l’esatta rappresentazione di quello interiore, siamo pieni di chiavi di letteratura, ma prima di poterle notare devi imparare a leggere. La chiave del linguaggio è contenuto dentro di te, ed ognuno ha la possibilità di aggiungere parole nuove, ma prima deve imparare a scrivere.
L’uomo è malato, l’uomo è un condannato a morte, non sa per cosa morire, ma è disposto a farlo ugualmente. Rispettate principi di cui non dubitate i valori o la loro provenienza, ma siete davvero sicuri che siano quelli giusti?
La vostra estrema sicurezza mi disarma, personalmente sono insicuro anche dei termini che scelgo di utilizzare, è come se fossero già filtrati, è come se non riuscissero ad intendere realmente ciò che voglio comunicare. Ed io purtroppo ho troppo da dire, e ancora non ho detto niente, tu hai già il mal di testa, ed io sono posseduto da deliri multipli. L’uomo non può insegnare ad un altro uomo a vivere, ognuno deve trovare la propria strada, e quindi io che sto facendo? Davanti a voi ci sono infinità di muri, e solo abbattendoli il mondo si mostrerà in tutta la sua essenza, ma avete troppa paura di uscire dal vostro posto sicuro, vero? Se è così sappiate che avete paura di vivere, e mi dispiace dirlo, ma ancora non state vivendo.
Io spero in qualcuno di voi che non mi fraintenda, e che si accorga della crepa su questi muri, il mio invito è quello di oltrepassarla. Io non la oltrepasserò con voi, non si può, siamo soli, ed il mio compito almeno per il momento, si limita a svegliarvi. Io non sono una persona sana, ma sono consapevole di non essere malato, o meglio ho iniziato a curarmi. Chi di voi si è mai posto domande sull’esistenza umana eccetera eccetera? E chi di voi si è dato risposte?
Abbandonate la logica, abbandonate la religione, abbandonate qualsiasi cosa vi dicano altri o esisteva prima di voi, la risposta dovete trovarla in voi stessi, deviando per terzi e pensando cose di altri perderete la strada, il cammino verso la scoperta della verità è infinito; infinito come le possibilità che ha l’uomo d’altronde. L’uomo è anima, noi siamo anime. Aspetta, prima vi ho inviato ad abbandonare la religione ed adesso parlo di anima? Per spiegarmi prima di tutto partirei dal concetto di anima, e quindi cos’è l’anima? È vero l’anima è immortale, ma solo perché infinita, utilizzo il termine “anima” per descrivere la grandezza racchiusa dentro di noi e tutte le infinite possibilità che l’uomo si preclude e si limita,perché incapace di sopportarle, quella è l’anima.
E no, non c’è nessun Dio, ma la Bibbia va letta e capita, è il più grande fraintendimento mai scritto. Narra semplicemente della storia dell’uomo, storia intesa come vita, ma si tratta di un cammino interiore, di una metamorfosi, di un’ introspezione, non è niente di diverso da questo. Ma so che non cambierete mai le vostre sicurezze per qualcosa di nuovo, a voi non interessa la verità, ma l’importante è averne coscienza. La mia non è una critica, io mi sono svegliato per puro caso, ed adesso sto scrivendo sempre per puro caso. Vi siete mai soffermati a pensare al reale valore della storia? Ed è un eterno ritorno? Teoria valida per spiegare che ogni cosa che ci è capitata fino ad ora tenderà a ripetersi ed a ripresentarsi una seconda volta; personalmente associo anche un altro significato, avete mai provato a comparare la vostra vita con la storia dell’evoluzione? I vari passaggi; dall’oscurantismo all’illuminismo e via dicendo, avete mai trovato qualche analogia con l’evoluzione del vostro animo e della vostra coscienza? Oggi sono mosso da una forte voglia di scrivere, e non sto pensando a nient’altro che questo. È una sensazione simile a quella prima di rimettere, si tratta di qualcosa che non puoi controllare, e questo è il mio vomito di parole, tutto ciò che ho scritto fino adesso è pari al vomito, anzi è vomito, roba incomprensibile scritte da un diciottenne in preda a deliri, chi ti credi di essere stupido bambino? Leggete tutto in chiave ironica, senza ironia e sarcasmo saremmo davvero tristi e depressi. Questa è una notte in bianco, dedicata ai miei mal di pancia, ah! Io sto semplicemente provando a dare un senso a questo malessere, ma ogni parola mi fa male, ogni sensazione è sofferenza, il dolore comunque non esiste, siamo noi a manipolarlo. Io mi sto distruggendo per scrivere queste cose, ma ho bisogno di continuare.

Oscillo tra i miei flussi di incoscienza.
Giullari venite e deridete chi non vuol guardarvi;
Colui che della verità ne apprezza le ferite.
Chi ha reso la propria voce un ruggito.
Chi a solo la notte deve il suo inchino.

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