Tutte le citazioni (in grassetto) presenti nel post provengono da “Fahrenheit 451” – Ray Bradbury, ed. Mondadori, trad. Giuseppe Lippi.
Il post è stato ispirato dai ricordi di Georges Perec. Qui un esempio.
Immagine in evidenza: #14D – Paul Reed, 1964
Il mio mondo, ora, è un gelido universo metallico.
Prima, forse, era qualcos’altro.
Una volta, da bambino, mi ero seduto su una duna gialla vicino al mare, nel cuore di una giornata calda e azzurra, cercando di riempire un setaccio con la sabbia perchè un cugino crudele aveva detto: “Riempi il setaccio e avrai un decino”.
Una volta avevo guardato le facce dei santi in una strana chiesa dove ero entrato da bambino.
Le statuine di smalto non mi dicevano nulla.
Una volta era diverso, parecchio tempo fa i quadri raccontavano cose e facevano vedere persone.
Una volta esisteva il portico e la gente ci passava la sera, parlando se voleva parlare o stando zitta se preferiva.
Qualche volta ci si limitava a stare seduti e a pensare, a esaminare le cose.
Una volta, tanto tempo fa, avevo camminato dove lui camminava adesso. Mezz’ora dopo, infreddolito e muovendomi con circospezione sui binari, vidi il fuoco davanti a me.
Ero consapevole di tutto.