Cari Lettrici e Lettori del popolo Lametino e di tutto il territorio Nazionale, oggi sottoponiamo alla vostra attenzione la Figura di un giovane “guagghiune” , originario di questa terra ,che sta portando la sua arte e la sua sfrenata passione in tutto il mondo, con quel tocco di ironia che la rende unica.
Vi starete domandando il suo nome, eh?
Ma ve lo vorrei presentare partendo dalla descrizione fisica, come nei grandi romanzi.
Immaginatevi un ragazzo, che cammina in giro a Sambiase, in un bel giorno di sole. Tutti si fermano a giocare, a salutarlo, perché la sua simpatia è contagiosa e così spontanea che gli viene molto semplice creare nuove amicizie , ed è un chiacchierone così amabile che sarebbe capace di dialogare anche con le pietre, quindi sì , gentilissimi lettori, lo vedrete lì a dialogare anche con quest’ultime. E’ molto alto, con due braccia lunghe e la magrezza è evidente dalla maglia bordò e dai jeans. Le mani sono anch’esse lunghe e in questa descrizione tengono una macchina fotografica, simbolo della sua arte e passione, della sua creatività , il mezzo attraverso il quale dialoga con noi e la realtà circostante. Ci avviciniamo al volto, e il suo volto abbastanza riconoscibile dovunque,quindi se uscirete con lui ,state certi che non lo perderete mai! Quello che ci colpisce subito è ovviamente Lei, il suo vanto e orgoglio:
La barba. Lunga e folta , a causa delle sue mille attività a Bologna, Dove si è trasferito nel 2015/2016 per studiare Giurisprudenza All’ Università Alma Mater Studiorum, cresce incolta e senza regole, quindi se lo doveste vedere i primi giorni quando rientra a Lamezia Terme, potreste confonderlo per un barbone. Gli occhi sono scuri , il naso lungo ma fine, e i capelli corti, molto spesso tagliati a mo’ ,per mia espressione, di “prete” , che gli dona un’ aria più sacrale , come se fosse un sacerdote della fotografia. Ma con qualsiasi taglio o vestito, qui o a Lisbona, Lamezia o Bologna , lo riuscirete sempre ad individuare con facilità , perché è quel giovane che sta prendendo la moto e sta per partire per una nuova avventura, con la sua macchina fotografica appesa al collo e mille sogni che ruggiscono insieme al motore .
Credo di avervelo descritto abbastanza e identifichiamo questo personaggio con il suo nome: Ferruccio Cimino.
Ovviamente è un personaggio abbastanza interessante , e non solo per la mia bravura nel descrivervelo, ma anche per i suoi lavori nell’ ambito della fotografia e infatti parliamo di lui proprio grazie al suo progetto che ha pubblicato nella sua pagina Ferruccio Cimino_portfolio su Facebook ,
il 10/05/17, il cui titolo è ALIENAZIONE.
In questa circostanza non vi descriverò io il progetto e la sua storia nell’ ambito fotografico, ma lascio ciò ovviamente a Ferr, all’ interno dell’ intervista:
Qual è il significato del progetto non solo per la sua realizzazione , ma anche per la tua vita professionale e personale?
Spesso questi due tratti della mia vita coincidono nella misura in cui, l’una condiziona inevitabilmente l’ altra . Perciò sarebbe una menzogna se non dicessi che cerco di portare contenuti che abbiano a che fare un po’ con me. Con questo progetto, intitolato da me “Alienazione “, cerco di dare un input ad un fenomeno sociale sempre più diffuso, quale l’ indifferenza sociale e far riflettere sul fatto che il sembrare non è la stessa cosa di essere. Ci troviamo all’ interno di una società così frenetica da avere come unico pensiero l’ arrivare per primi , senza preoccuparsi di tutto il resto.
Quanto tempo gli hai dedicato?
Un’ ora per elaborarlo, erano le 4:00 della notte e non riuscivo a prendere sonno. Un anno per renderlo concreto.
Qual è stata , se c’è stata, la sfida che hai dovuto affrontare per la realizzazione di Alienazione?
La paura di non riuscire a rendere concreto tutto quello che avevo materializzato nella mente.
E sei soddisfatto del risultato?
Man mano che quei lavori procedevano , quella sensazione è andata via via svanendo.
Puoi parlarmi brevemente dei progetti che precedono Alienazione?
Da quando ho intrapreso questa nuova strada , due sono i progetti che precedono quest’ultimo. E pensandoci , “Alienazione” è stato proprio una naturale conseguenza di quello che è stato. Il primo tratta del fatto che spesso non esterniamo, nella maggior parte dei casi, ciò che proviamo realmente e il secondo rappresenta le grandi contrapposizioni presenti nella nostra società.
In che circostanza e quanto ha influito la tua lontananza da Lamezia Terme all’ interno dei tuoi progetti?
Vivere in una città come Bologna mi ha permesso di conoscere molte persone , o per meglio dire , molto modi di vedere le cose tutti diversi tra loro. Non so quanto la lontananza dalla città in cui sono cresciuto abbia influenzato i miei progetti ma sono certo di quanto lo abbia fatto la città in cui vivo.
Da quanto tempo ti dedichi a questa attività?
Dal 2014
C’è stato un episodio o la tua attrazione per la macchina fotografica è stato un colpo di fulmine?
Una volta mi ritrovai per caso a rovistare tra le cose di mio padre e in un cassetto trovai delle polaroid che usava da giovane. Così , incuriosito da quella stregoneria , gli chiesi tutte le avventure che riuscì ad immortalare. In quella occasione , mi regalò una sua fotografia che lo ritraeva seduto nella sua Vespa PX 150 , poco prima di partire per un viaggio che lo avrebbe portato in giro per l’ Italia , coast to coast, all’ età di 21 anni. Da quel momento decisi di, più che fotografare , raccontare storie. Poi solo in seguito , cambiai il mio approccio con la fotografia ma, si penso che questo sia l’ episodio che mi ha avvicinato a questo mondo
Qual è stato il cambiamento riguardo al tuo approccio alla fotografia?
Volevo qualcosa in più , non semplicemente raccontare , ma farlo con una qualità di contenuti diversa e sicuramente superiore. Credevo di aver trovato il mio modo di comunicare con gli altri in maniera chiara e diretta , e lo credo ancora.
Qual è la tua ispirazione?
Due sono i mondi per cui traggo l’ ispirazione : l’arte( pittura e scultura , nel particolare) e la filosofia in quanto fanno parte di me e non potrei mai escluderle , neppur volendo.
Cosa hai in mente per il futuro , come progetto?
Tanto, troppo
Un progetto che hai in mente e che potresti confidarci? O un’ idea?
Le idee vanno e vengono . Piuttosto cercherò di rimanere il più coerente possibile con le tematiche già affrontate precedentemente. Quindi se dovessi confidare un qualcosa inerente ai miei progetti futuri mi limiterei a dire la parola “pregiudizio”.
Visto che hai iniziato questo cammino da autodidatta ,qual è il consiglio che daresti ad una ragazza/o che si sta avvicinando in questo mondo da solo?
Una persona che rispetto molto sia nell’ ambito fotografico che non , mi disse una volta di non avere paura di condividere , di non sentirsi mai al di sopra degli altri. Così a mia volta dico: Sperimentate , siate umili , fate le cose con criterio ma soprattutto divertitevi.
Lettori e lettrici , questo è un piccolo pezzo di quello che è leggibile con grande evidenza all’ interno dei lavori di Ferruccio. Trovate tutto lì , tra le foto della gente che passa nella città Rossa, nelle sue avventure non solo in Italia , ma anche all’estero. Posso sembrare di parte, visto che ci conosciamo da tanto tempo e lo considero come una delle persone più care della mia vita, ed anche per questo ero emozionata all’ idea di scrivere questo articolo, ma con tutta l’ oggettività e l’ignoranza che ho nel campo della fotografia vi posso dire , da umile spettatrice , che io vedo. Non comprendo perfettamente il suo modo, ma lo vedo attraverso lo scatto. Ed è un mondo un po’ duro, ma anche estremamente ironico e semplice.
E con questa umilissima considerazione, vi lascio Popolo,
http://facebook.com/FerruccioCiminoPage
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