Ecco cosa salta fuori da quello che, a vedere la dotazione di buona parte degli avventori, è senza dubbio il must have del Salone Internazionale del Libro di Torino 2019.
Mi riferisco a lei, l’immancabile ruvida segatrice di spalle, la borsa di tela, la “telosa”, che tutti si premurano di inforcare ancora vuota già da prima di uscire di casa, perché è scicca, è leggera, è plasticfrì ed ecosostenibile, e poi tutti gli altri possono sapere dove te ne vai con questa bella giornata di sole.
Il biglietto della metro. Perché se sei a TO centro al Salone ci puoi arrivare salendo a Porta Nuova e scendendo a Lingotto.
Lo scontrino di Autogrill (e relativi quattro spiccioli di resto), a cui è affidato il servizio ristorazione, e visto che ti sequestrano l’acqua ai controlli non se n’è potuto fare veramente a meno, complice il caro paninetto con soppressata orgogliosamente portato da casa.
Segnalibri e cartoline colorate, di cui fare man bassa per rimpinguare la collezione personale e lasciarne uno in ogni libro letto, alla pagina giudicata migliore.
I giornalini gratuiti “Logosedizioni” con delle illustrazioni tenere e meravigliose e dalle dimensioni esagerate.
Un volantino pubblicitario di una giovane autrice di romanzi rosa, che approfittando del mio vagare lento e pensoso cercava di vendermi le sue pubblicazioni dalla mole considerevole e per nulla incoraggiante.
La mappa e le brochure del Salone, prese per dovere di cronaca ma subito ricacciate in fondo alla “telosa” per darle tono e non farla cascare dalla spalla.
Una pila di fascicoletti di poesia e tre libri di vario genere raccolti al volo dal banco del padiglione degli Emirati Arabi, che scattate le 17:00 ha pensato di disfarsene regalandoli a casuali passanti, che all’annuncio al microfono si sono fiondati a raccattarne quanti ne potessero contenere le braccia. Questo pacchettino partirà con me con destinazione #Tip.
I miei preziosi acquisti scelti con cura fra quanto offrivano le piccole case editrici: L’incendio nell’oliveto, G.Deledda, Il Maestrale; Lisbona, quello che il turista deve sapere, F.Pessoa, Passagli Editore; La figlia delle nevi, J.London, Edizioni Clichy.
Avrei voluto aggiungere ancora un mattone di considerazione personale su alcune case editrici la cui presenza o assenza tanto rumore ha fatto, ma nella telosa non avevo più spazio e ho dovuto riprendere la metro per tornare a casa.
"Eterno studente, perché la materia di studio sarebbe infinita".