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Ti consiglio un libro: La Compagnia dei Celestini.

La Compagnia dei Celestini, in Italia edito Feltrinelli, è il romanzo pubblicato nel 1992 da Stefano Benni, poeta, scrittore, drammaturgo, umorista, giornalista e sceneggiatore italiano.

Il romanzo racconta la fuga di tre orfani – Memorino, Lucifero e Alì – dall‘orfanotrofio dei Celestini, per poter partecipare al Campionato Mondiale di Pallastrada. Accortisi della fuga dei tre orfani, Don Biffero e Don Bracco si metteranno sulle loro tracce per riportarli all’orfanotrofio ed evitare così uno scandalo mediatico. Il giornalista Fimicoli e il suo fotografo Rosalino vengono a sapere, tramite un altro orfano, non solo della fuga dei tre bambini ma anche dello svolgimento del Campionato di Pallastrada. I due fiutano immediatamente lo scoop: saranno i primi a poter filmare lo svolgimento di questo segretissimo Campionato.
Ora, sulle tracce degli orfani non ci sono solo Don Biferro e Don Bracco, ma anche Fimicoli e Rosalino.
Tutta la vicenda si muoverà sulle parole di un’antica profezia.

Il racconto è ambientato in una terra immaginaria, Gladonia, la quale rappresenta la parodia dell’Italia. Gladonia viene descritta come un grande continente con tre città principali: Banessa dove si svolge gran parte della storia, la Capitale che rimarrà per l’intero racconto senza nome, e Rigolone Marina importante centro maritmo e turistico. Benni, in questo romanzo, critica aspramente la società moderna: di fatti il romanzo può essere considerato come grande metafora: la società riesce sempre e in ogni modo a rovinare e distruggere tutto ciò che è buono e puro. L’orfanotrofio, luogo che accoglie i bambini senza famiglia, dovrebbe essere un luogo di formazione, di educazione e di accoglienza del minore. Al contrario, nel romanzo, viene descritto come un luogo angusto dove i bambini, invece di assaoprare la leggerezza della vita fanciullesca, conoscono l’asprezza della vita. Don Biferro che dovrebbe salvaguardarli, a mio parere, risulta essere un personaggio odioso e incoerente: severo e ingiusto con i bambini ma indulgente con se stesso, tanto che più di una volta avrà difficoltà a seguire la regola della castità propria del suo ordine.
Quello che mi ha particolarmente colpita, in questo romanzo, è stata l’abilità di Benni nel descrivere l’eterna lotta tra il bene e il male. Il bene, rappresentato dall’animo puro e buono dei bambini, perirà per le sconsiderate azioni del male, il quale, dal canto suo, cadrà sotto il peso dei suoi stessi inganni. Una sfida, quella tra il bene e il male, che ancora oggi non ha nessun vincitore, così come accade nella finalissima del campionato: tra i Celestini gladoniani e i Devils tedeschi non si sa chi abbia vinto e chi, di conseguenza, abbia perso.

La lettura è stata piacevole e scorrevole. Il libro oltre a contenere la narrazione principale, divisa in dieci capitoli, racconta anche un’altra storia che viene narrata prima di ogni capitolo, e a mio parere è fondamentale per comprendere a pieno l’intero romanzo.
Anche se è un romanzo pubblicato nel 1992, lo trovo estremamente attuale soprattutto in questi giorni dove il mondo sembra esser avvolto da una nube di cattiveria e terrore che non vuole andar via.

Benni, con il suo linguaggio schietto e senza fronzoli, riesce, ancora una volta, a non deludere.

t.

Per paura e timidezza verso me stessa evito ogni forma di descrizione: interiore ed esteriore. Scrivo in gran segreto per mettere in ordine pensieri e sentimenti confusi e per riprendermi da notti insonni.

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