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Carbonia, bella di notte | Storie di Provincia

Storie di Provincia #2. | Circa 60 anni fa si accendevano per la prima volta i fari della Serie A sulla Sardegna, sponda Cagliari. Da quel giorno, agli occhi degli italiani, i rossoblù appaiono come la “nazionale” dell’isola e ancora oggi il Cagliari assurge al ruolo di stella polare del calcio sardo. La terra dei Nuraghi però è una costellazione formata da tanti punti luminosi: basti pensare al recente ritorno tra i professionisti della Torres, squadra di Sassari, o ai talenti ex Serie A transitati negli ultimi anni da Olbia.

Prima degli anni ’60 ci fu però un’altra meteora che illuminò il firmamento sardo, non solo metaforicamente (dopo vedremo perché), rischiando anche la promozione in Serie B. Parliamo del Carbonia, quarta tradizione sportiva della Sardegna, dietro Cagliari e le sopracitate Torres ed Olbia.

Polisportiva Carbonia 1982-83.
Un po’ di storia

La storia di Carbonia si intreccia strettamente alla politica e all’economia del tempo. Siamo nei primi anni ’30, il regime fascista viaggia in direzione autarchica e l’Italia necessita di energia. Nasce la Società Mineraria Carbonifera Sarda SPA col fine di gestire le miniere di carbone della regione del Sulcis, a Sud-Ovest della Sardegna, insieme all’Azienda Carboni Italiani. Nel 1936 viene individuato un vasto giacimento di carbone nella zona di Serbariu-Sirai, sempre all’interno del Sulcis. Bisogna a questo punto estrarre, farlo a pieno ritmo e con l’impiego di una notevole mano d’opera. L’Azienda Carboni Italiani propone al governo l’edificazione di una città operaia sulla quale fare appoggio e nasce così nel 1937 Carbonia, la terra del carbone, con un primo nucleo costituito per un quarto da abitanti provenienti da altre regioni.

Dove c’è vita c’è calcio e nel 1939, a pochi mesi dal completamento dei primi lavori di costruzione, un gruppo di dipendenti delle miniere fonda il Dopolavoro Carbonia. La prima partita ufficiale viene disputata nel 1940 a Terralba e nell’Aprile dello stesso anno viene inaugurato lo stadio del Carbonia, il “campo sportivo della GIL”, con 3.500 posti, oggi denominato “Carlo Zoboli”.

Carlo Zoboli, bandiera del Carbonia anni ’50 e ’60 a cui intitolarono lo stadio.
Verso gli anni ’80

Rapidamente i minerari si distinguono nel campionato di 1° divisione Sardo e al termine della stagione 1946-1947 vengono ammessi alla Serie C, approdando finalmente nel calcio nazionale, a seguito della rinuncia da parte del Quartu. Tra il 1947 e il 1960, finanziati dalla Società Mineraria Carbonifera Sarda, i biancoblù (in principio nero-azzurri) cambiano il nome in Gruppo Sportivo Carbosarda e consegnano la città alla storia del calcio italiano, con la partecipazione a ben 12 campionati nazionali di Serie C. Il punto più alto è la Serie B sfiorata a Giugno del 1956: i sardi da primi in classifica affrontano fuori casa il Venezia all’ultima di campionato. Basta un pareggio per il passaggio in cadetteria, ma i lagunari non lasciano scampano, ottengono i 3 punti e chiudono il campionato con un ribaltone, vincendo la competizione a pari punti con la Sambenedettese (entrambe promosse).

A Giugno del 1958, nella prestigiosa sfida di Coppa Italia contro la Fiorentina, la Carbosarda disputa la prima partita in notturna della storia della Sardegna, quasi a suggellare il legame tra Carbonia e la produzione energetica. 15.000 sono gli spettatori accorsi da tutta l’isola per lo storico match, che si conclude con una sconfitta onorevole per 2 a 4.

Il Carbonia che vinse il Campionato Interregionale 1981-82.

La crisi post-bellica del carbone, la concorrenza del petrolio e la la nazionalizzazione dell’industria elettrica portano in seguito ad un ridimensionamento dei finanziamenti per i biancoblù. Nel 1960 il Carbonia, ormai non più “Carbosarda”, retrocede tra i dilettanti, rimanendoci per oltre 20 anni, senza però mai scendere al di sotto del quinto gradino della piramide calcistica italiana. Nel 1982-83 ritorna tra i professionisti, in Serie C2, a seguito della vittoria del girone N dell’Interregionale. Seguono una serie di salvezze più o meno sofferte, fino alla retrocessione del 1987-88, ultimo anno del Carbonia nel calcio che conta.Non mancheranno però soddisfazioni nel calcio regionale: la Promozione vinta nel 1991-92 e il double del 2019-20, con la vittoria di Eccellenza e Coppa Italia Dilettanti Sardegna.

L’ultima stagione (2023-24) ha visto i minerari lottare per una complicata salvezza in Eccellenza, ottenuta soltanto ai play-out a discapito della Tharros.

Sebbene sia passato molto tempo dai gloriosi anni del carbone, la luce di quella squadra illumina ancora le notti sarde e da quelle parti qualcuno conserva ancora la tempra e il coraggio dei minatori.

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1997, Lamezia Terme. Scrivo un po' in prosa, un po' in versi, un po' in musica. Esco poco, ma a pallone ci gioco volentieri, tifo e leggo abbastanza. Sono 14 Kyu nel gioco del Go e cofondatore de "La Pantegana Edizioni". Nel 2024 ho ricevuto il Premio Letterario Kerasion per "Tate e Violet" e il Premio Tutto Calabria per "Alicanto" (poesia) al festival NON FEST - Caratteri in movimento.
Sempre nello stesso anno è uscito un racconto in 10 parole con prefazione di Nicola Pesce per Ivvi Editore.
La musica la trovate su Spotify sotto il nome di Faccinatriste.
La prosa la trovate qui e nei numeri della Pantegana.
I versi pubblicati li trovate nelle seguenti antologie di poesia disponibili in libreria/online:
- Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei;
- Tra un fiore colto e l'altro donato vol. 15
(Ma la maggior parte sta ancora nel mio computer e uscirà al momento opportuno). Sono anche laureato in Medicina

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