Storie di Provincia #5. | Il calcio moderno arrivò in Italia sul finire dell’Ottocento grazie agli stretti rapporti commerciali con l’Inghilterra. Un ruolo fondamentale nell’arrivo di questo sport lo svolsero le città portuali, che meglio si prestavano all’andirivieni delle compagnie di navigazione britanniche. Sempre un porto fu il filo che unì i destini di italiani e africani in Eritrea, dove il calcio esplose al punto da inglobare regolarmente diverse squadre eritree nel campionato italiano di calcio. La storia di questo legame nasce più o meno 150 anni fa.
Un po’ di storia
Siamo nel 1869 e Giuseppe Sapeto acquista per seimila talleri di Maria Teresa il porto di Assab per conto dell’armatore genovese Raffaele Rubattino. A tessere le fila dell’operazione il Regno d’Italia, che nel 1882 acquista ufficialmente la baia da Rubattino per 416.000 lire, occupa nel 1885 la città portuale di Massaua e si espande nell’entroterra fino a dichiarare il 1° gennaio 1890 l’intera Eritrea come colonia italiana, guadagnandosi il titolo di “Colonia primogenita”. Negli anni ’30 il governo italiano ammoderna la regione attraverso una profonda opera di urbanizzazione; costruisce strade, ponti, ferrovie e cantieri navali, con quasi 75.000 italiani che arrivano ad abitare l’Eritrea entro la fine del decennio. Dal Bel Paese arriva anche la febbre del calcio, nel primo boom della sua storia.
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Nasce il calcio in Eritrea
Nascono così le prime squadre in Eritrea, perlopiù concentrate nella regione della capitale Asmara. Nel 1936 si svolgono i primi campionati dilettantistici con ai nastri di partenza il Gruppo Sportivo Cicero, il Gruppo Rionale Neghelli, il G.S. Zuco, il G.S. Ferrovieri, il G.S. della Marina con sede a Massaua e il G.S. Decamerè; tutti club di stampo italiano. Si aggregano in seguito il G.S. Melotti, il G.S. Genio, il G.S. Amba Galliano, il G.S. Ghezzabanda e i locali G.S. Mar Rosso e G.S. Hamasien. I britannici presenti nel territorio formano altre quattro squadre, che partecipano saltuariamente a brevi tornei: il Loyal Regiment, il 525 Transit Camp, il Rash e il Postel. Nel dicembre del 1936 nascono i primi club indigeni dell’Eritrea, formati per competere in un campionato a parte (Savoia, Ardita e Vittoria sono tra i principali).
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Nell’annata 1937-38 vi è l’affiliazione ufficiale al campionato italiano di calcio a partire dalla Prima Divisione, pertanto al quarto gradino della piramide calcistica italiana (l’odierna Serie D o l’ex C2). I tornei di questa categoria sono su base regionale e gestiti dai Direttori Regionali di zona; quello dell’Eritrea è il Direttorio XXIII Zona. Le formazioni che partecipano al primo campionato di Prima Divisione, sotto l’egida della Federazione Italiana Giuoco Calcio, sono in gran parte quelle formatesi l’anno precedente: G.S. 175a Compagnia Radio Genio, Dop. Ala Littoria, Amba Galliano, S.S. Asmara, G.A. Cicero, Dop. Decameré, (maglia rossonera) G.S. Deposito Territoriale (maglia bianconera), Dop. Coloniale Eritreo Duca di Bergamo, Dop. Ferroviario (maglia neroazzurra), G.U.F., Dop. O.C.R.A.E., Dop. Postelegrafonico (maglia giallorossa). La diffusione del pallone è così ampia da rendere necessaria la creazione di una Seconda Divisione eritrea, alla quale si iscrivono: G.S. 175a Compagnia Radio Genio (Squadra B – riserve), Aerobase, G.S. Capronia, Dop. Gondrand, Zuco.
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Fenomeno sociale
Gli spalti sono così gremiti che alcuni tifosi, non trovando posto né in piedi né seduti, sono costretti ad arrampicarsi in cima ai cartelli pubblicitari davanti allo stadio. Uno di questi momenti iconici è ripreso dallo scatto pubblicato in “La Domenica del Corriere”, che si aggiudica anche il premio di 10.000 lire messo in palio dal giornale per le foto più curiose. L’affiliazione al campionato italiano è però di breve durata: l’occupazione della regione da parte delle truppe britanniche e le vicende belliche separano per sempre le strade tra calcio eritreo e FIGC.
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L’eredità del calcio italiano in Eritrea
Ciononostante, l’influenza italiana nello sport locale rimase rilevante anche negli anni a venire: il G.S. Asmara o Calcio Asmara (Ex Gruppo Sportivo Cicero) vince di fatto il primo campionato eritreo nel 1940 (non ufficialmente conclusosi per motivi bellici) e si conferma squadra di vertice anche nel 1944-45, nel 1946-47 e nel 1949, portando a casa la massima competizione. Si tratta di una delle squadre più rappresentative del periodo: fondata da Francesco Cicero, imprenditore di Martina Franca, diventa la prima squadra a beneficiare di un vero e proprio stadio in Eritrea, lo stadio “Cicero”, creato nel 1938 e tutt’oggi in funzione, con diecimila posti a sedere. La squadra composta prevalentemente da italiani continua ad esistere fino agli anni ’60 o giù di lì, fin quando a seguito della riorganizzazione del calcio in Eritrea se ne perdono le tracce.
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Reminiscenze italiane sono ancora, nel 2025, presenti nella massima divisione calcistica eritrea: l’Asmara Brewery, vincitore tra l’altro nel 2008 del campionato eritreo, affonda le sue radici nell’Asmara Birra, squadra fondata nel 1944 dall’ingegnere Melotti (già presidente di quel G.S. Melotti presente sin dagli albori del calcio eritreo). Melotti aprì un birrificio nel 1939 ad Asmara, dove produceva appunto la “Birra Melotti”. L’azienda venne poi ereditata da moglie e figli, nazionalizzata dal Derg (Governo militare provvisorio dell’Etiopia socialista) e infine ceduta in mano al governo Eritreo dal 1991. Il birrificio è ancora oggi proprietario dell’Asmara Bewery e produce la “Birra Asmara”, commercializzata anche all’estero.
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Nelle controverse vicende del colonialismo si consumano storie di calcio destinate a rimanere per sempre nella memoria dei popoli, sopravvivendo a guerre e sconvolgimenti. Ad Asmara, oggi patrimonio dell’umanità per l’architettura modernista e razionalista realizzata durante il periodo italiano, il tempo sembra essersi fermato. Pungente come un mal d’Africa, la nostalgia di quello che fu vive ancora nella sabbia dello stadio Cicero, superstite di un’epoca mai del tutto tramontata.
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1997, Lamezia Terme. Scrivo un po' in prosa, un po' in versi, un po' in musica. Esco poco, ma a pallone ci gioco volentieri, tifo e leggo abbastanza. Sono 14 Kyu nel gioco del Go e cofondatore de "La Pantegana Edizioni". Nel 2024 ho ricevuto il Premio Letterario Kerasion per "Tate e Violet" e il Premio Tutto Calabria per "Alicanto" (poesia) al festival NON FEST - Caratteri in movimento.
Sempre nello stesso anno è uscito un racconto in 10 parole con prefazione di Nicola Pesce per Ivvi Editore.
La musica la trovate su Spotify sotto il nome di Faccinatriste.
La prosa la trovate qui e nei numeri della Pantegana.
I versi pubblicati li trovate nelle seguenti antologie di poesia disponibili in libreria/online:
- Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei;
- Tra un fiore colto e l'altro donato vol. 15
(Ma la maggior parte sta ancora nel mio computer e uscirà al momento opportuno). Sono anche laureato in Medicina