La bibliotecaria Andreina Cimmino è andata in pensione. “Avrà ancora tanto da darci”

 

Un nuovo anno scolastico si è appena aperto, e con esso anche la porta della biblioteca comunale “Oreste Borello” riprende vita, con l’ingresso di studenti al pomeriggio. Fra tutti, a non varcare la soglia dello storico portone, questo settembre, è la signora Andreina Cimmino: da poco andata in pensione. Andreina, volto di eterna giovinezza, da sempre amica degli studenti finisce il suo servizio di bibliotecaria durato qui 15 anni, dopo ulteriori anni in comune in altri settori che pure hanno toccato il sociale. Di lei, noi giovani, ormai ultra 30 enni, abbiamo sempre apprezzato la professionalità, la dedizione, e la curiosità verso il mondo dei libri. Curiosità, quest’ultima che ci ricorda che siamo vivi.

Appariva per come realmente è la signora Cimmino, in biblioteca, rigida e dolce, pura e solare, con una vena di tristezza e di saggezza che faceva di lei una donna dal fascino intellettuale. L’ora della sigaretta era il momento in cui tutti “si era alla pari”, in cui il confronto umano si discostava dal trattare di libri da catalogare, e passava dal racconto minuzioso e particolareggiato di una quotidianità semplice che investe sentimenti ed emozioni diversi. E in quel momento grandi e piccoli erano uguali. Ad Andreina veniva spontaneo raccontare come stavi, prima ancora che lei te lo chiedesse. E questa reciprocità umana oggi è cosa assai rara. Mancherà, dunque, la sua figura umana, personalità ribelle, fragile e forte guerriera.

Spesso mi raccontava delle ingiustizie vissute a lavoro e la sua indignazione era anche la mia da giornalista. Solo che “sono una dipendente comunale”, e non sempre si può fare o dire quel che si pensa.

È davvero difficile, delle volte, svestirsi di pregiudizio. Senza comprendere delle opportunità perse, senza soffermarsi sulla trasmissione di certi valori. Il pregiudizio è stato presente nei confronti della Cimmino, più volte, ma per fortuna si è trattato di una minoranza. Pregiudizio che divora le persone che lo alimentano.

Di lei mancherà la sua scrivania, pronta a lavorare, a studiare, ad aggiornarsi, a compiere il proprio dovere fino in fondo. Mancherà la sua anarchia (quando si infuriava e usciva via). Che oggi non tutti riescono più ad alzarsi dalla sedia, non sempre la verità viene prediletta. Mancherà la sua dolcezza, la sua tenebrosa mente, l’amore per la lettura e la sua curiosità verso gli altri mondi.

I ragazzi del servizio civile non avranno più una guida sana e bella come Andreina, in biblioteca, ma è certo che per quelli per cui lo è stata – tutti – l’esperienza continua tutti i giorni, grazie alla sua amicizia, al suo cuore. Per questo saremo sempre grati a lei, per questo sapremo che ancora tanto avrà da donarci. E noi saremo pronti ad accogliere.

Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

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