“I Moti di Reggio, i cinque anarchici morti sulla strada, sono la disturbante scheggia di un’ Italia impazzita, sono l’eco di un “mito” andato a finire male. Una generazione, quella dei ventenni del ’68, che ha lottato e che ha perso, anzi peggio è stata strumentalizzata dal potere.”
Questo l’incipit della lunga e dettagliata sinossi che presenta il terzo studio di “UMANITÀ NOVA. Cronaca di una mancata rivoluzione“, della pluripremiata compagnia teatrale Carullo-Minasi. L’appuntamento è per domani, sabato 29 aprile, alle ore 21:00 al TIP Teatro di Lamezia Terme per la chiusura dell’extra RiCrii19¾. In scena, Giuseppe Carullo, regia di Cristiana Minasi, Drammaturgia di Fabio Pisano. In Collaborazione, Fabio Cuzzola, Giovanna La Maestra, Massimo Ortalli; Consulenza musicale Alessandro Calzavara; Produzione Sciara progetti teatro e Carullo-Minasi.
Lo spettacolo -narrando della specifica vicenda dei cinque anarchici di Reggio e del conflitto generazionale scatenatosi negli anni sessanta e subdolamente cavalcato dai movimenti di estrema destra italiana per creare una strategia della tensione volta a far accettare alle classi dirigenti l’eventualità di una dittatura- intende farsi portatore dell’importanza della Storia, della sua conoscenza e della sua corretta trasmissione per evitare che i fatti si ripetano senza che li si conosca. Non a caso il titolo dello spettacolo richiama il nome del celebre settimanale anarchico. Le forme di comunicazione, le verità che emergono e non emergono, la memoria, la dimenticanza, la perdita di rappresentanza e la difficile, se non impossibile, voglia di partecipare ai movimenti di rivoluzione non ha consentito a “quelle nuove generazioni” di proseguire sulla strada che da sempre appartiene ai giovani di tutti i tempi: il sogno.
“Il potere corrompe sia coloro che ne sono investiti sia coloro i quali devono soggiacervi, sotto la sua nefasta influenza gli uni si trasformano in despoti ambiziosi e avidi, in sfruttatori della società in favore della propria persona o casta, gli altri in schiavi.” Bakunin.
La compagnia: Intrecciando i rispettivi percorsi formativi e le diverse esperienze sceniche, Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi esordiscono insieme, in qualità di autori, registi e interpreti, con lo spettacolo Due passi sono (2011), che conquista il Premio Scenario per Ustica 2011, il Premio In Box 2012 e il Premio Internazionale Teresa Pomodoro 2013, oltre ad essere finalista al Premio Museo Cervi “Resistenze” 2012 e al Premio Le Voci dell’Anima 2013. Seguono Conferenza tragicheffimera – sui concetti ingannevoli dell’arte, di e con Cristiana Minasi in coregia con Domenico Cucinotta, monologo con il quale la compagnia vince il Premio di Produzione E45 Napoli Fringe Festival 2013, e T/Empio, critica della ragion giusta, vincitore ai Teatri del Sacro 2013 e finalista al Bando Ne(x)twork 2013 (Teatro dell’Orologio e Kilowatt Festival) -> www.carullominasi.wordpress.com
Vive a Lamezia Terme, legge e scrive dove gli capita. A tempo perso si è laureato in Beni Culturali e in Scienze Storiche, a tempo perso gestisce il blog Manifest e a tempo perso è responsabile della Biblioteca Galleggiante dello Spettacolo del TIP Teatro. Di fatto, non ha mai tempo. Ha esordito nel 2023 con il romanzo "Al di là delle dune" (A&B)