In occasione del centenario della nascita di Sharo Gambino (Vazzano, 7 gennaio 1925 – Lamezia Terme, 25 aprile 2008), ripubblichiamo un suo pezzo di difficile reperibilità: si tratta di un contributo critico presente nel catalogo stampato in occasione della mostra “Scacchi”, di Maurizio Carnevali, inaugurata a Marostica (VI) nel 1986. Gli scacchi sono un tema caro a Carnevali, in quanto coglie nella contrapposizione dei pezzi la simbolizzazione della conflittualità umana. La resa scabra e l’umanizzazione dei personaggi degli scacchi hanno probabilmente ispirato Sharo Gambino a una riflessione sulla natura umana, dimensione da lui spesso analizzata. Maurizio e Sharo sono stati legati da uno stretto rapporto d’amicizia, consolidatosi nel tempo grazie alle estati lametine trascorse insieme allo studio di contrada san Sidero di Carnevali.
SCACCHI DI MAURIZIO CARNEVALI
…Ogni tela di questo ciclo ha un elemento dell’antichissimo gioco che, in mezzo agli altri, rigidi nel loro essere oggetto puro e semplice, pittoricamente sospesi tra il concreto e l’astratto, ha avuto soffiata la vita ed esso, nella sua pensosità, nella fissità dello sguardo, dietro il quale è intuibile il lavoro dell’intelligenza umana, appare come il simbolo della riflessività, del ben ponderare, cui costringe la scacchiera.
Insomma, direi, è pedina e ritratto di giocatore allo stesso tempo. E sono tutte figure di grande fascino, meditate e calcolate, come del resto tutte le altre che popolano la pittura di Maurizio Carnevali, in cui il classicismo di che è ricca la sua cultura sposa felicemente l’insieme.
Il ciclo degli scacchi non è però a se stante nel discorso pittorico di Carnevali, ma è invece parte di una favola saldamente unitaria, che attinge umori con le radici immerse nel tempo più antico, si parte dalle origini dell’uomo non ancora separato nei due sessi maschio e femmina e l’ermafrodito rappresentava in assoluto il massimo della bellezza voluta dalla natura-dio per la creatura eletta. E Carnevali, più volte ispirato dal modello dell’androgino, ama esaltare la bellezza di progenitore opponendogli la bestia, il peccato corruttore, la forza bruta, una forma mista d’uomo e d’animale, del centauro, per esempio. Inizio di quella metamorfosi che è anzitutto dell’anima, già campo dell’eterna lotta tra il bene ed il male. Da qui il logico passaggio al mitologico, alle libere fantasie cariche di sensi allusivi, alle cosmiche composizioni come «La Fuga di Fetonte» arditamente complessa, carica di rinascimentale suggestione, di quelle che oggi difficilmente un pittore ha tempo e preparazione necessaria per realizzarle…
Sharo Gambino
Emerge dal pezzo una profonda lettura da parte di Gambino della pittura di Maurizio Carnevali, che non si limita all’analisi estetica del ciclo preso in esame, bensì la colloca all’interno di una “favola saldamente unitaria”, una coerenza atavica che rintraccia le radici in un mondo archetipico.

Approfondimento
Sharo Gambino è stato uno scrittore e giornalista italiano che visse gran parte della sua vita in Calabria. Collaborò con diversi quotidiani nazionali e locali come Il Messaggero, Il Tempo, Il Mattino, Gazzetta del Sud e il Giornale di Calabria. Di lunga durata la sua collaborazione con la Rai, per la quale ha realizzato Vizzarro e altri sceneggiati radiofonici. Si contraddistinse per un marcato impegno civile e per un eccezionale eclettismo; la sua produzione spaziò dalle inchieste di ‘Ndrangheta, alla scrittura di testi teatrali, dal giallo, alla curatela di poesie. Nel dettaglio, per passaggi biografici ed elenco delle opere consultare il link.
Conversari con Maurizio Carnevali
Immaginare la scacchiera come il campo di eterno conflitto di uomini contrapposti, incapaci di trovare una soluzione alla guerra, si riflette nell’analisi psicologica degli scacchi, divenuti personaggi. Carnevali attribuisce ad ogni pedina un carattere, un ruolo all’interno della gerarchia implicita della scacchiera. I pezzi così travalicano il gioco e vengono traslati nella società contemporanea, nell’eterno divario delle opportunità di sopravvivenza; una sorta di riflesso sociale in cui gli attori, con ruoli autoattribuiti, scatenano tensioni e significati: la regina, trasformata in una donna provocante e perversa, domina sul re, tronfio con gli altri ma a lei sottomesso; l’alfiere, suo servo, gode di ampie possibilità di movimento e quindi di vittoria sull’avversario; i fanti, limitati nei loro movimenti, sono quelli invece facilmente sacrificabili.
Da circa un anno Carnevali è tornato a ricercare e a lavorare sulla tematica, realizzando una scacchiera lignea popolata da scacchi che conservano e ripercorrono, questa volta plasticamente, quell’espressività caratteristica dei personaggi rappresentati durante la mostra del 1986.
1997, Lamezia Terme. Scrivo un po' in prosa, un po' in versi, un po' in musica. Esco poco, ma a pallone ci gioco volentieri, tifo e leggo abbastanza. Sono 14 Kyu nel gioco del Go e cofondatore de "La Pantegana Edizioni". Nel 2024 ho ricevuto il Premio Letterario Kerasion per "Tate e Violet" e il Premio Tutto Calabria per "Alicanto" (poesia) al festival NON FEST - Caratteri in movimento.
Sempre nello stesso anno è uscito un racconto in 10 parole con prefazione di Nicola Pesce per Ivvi Editore.
La musica la trovate su Spotify sotto il nome di Faccinatriste.
La prosa la trovate qui e nei numeri della Pantegana.
I versi pubblicati li trovate nelle seguenti antologie di poesia disponibili in libreria/online:
- Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei;
- Tra un fiore colto e l'altro donato vol. 15
(Ma la maggior parte sta ancora nel mio computer e uscirà al momento opportuno). Sono anche laureato in Medicina