Margherita Dolcevita è un romanzo di Stefano Benni, edito Feltrinelli, pubblicato nel 2005.
Margherita è una ragazza di quasi quindici, qualche chilo in più e un cuore che invece di fare tunf-ta fa ta-tunf. Una ragazza vivace, sempre con la risposta pronta e alla quale non è facile mettere i piedi in testa. Vive assieme alla sua stramba famiglia nell’ultimo fazzoletto di campagna che è riuscito a sopravvivere alla città. Margherita ama comporre delle poesie non proprio bellissime, e adora perdersi nel prato dimora della sua amica invisibile: la Bambina di Polvere. Una sera, però, le stelle vengono nascoste da uno strano cubo nero circondato da un giardino di plastica, sono arrivati i nuovi vicini: i Del Bene.
Con l’arrivo della nuova famiglia, niente sarà più lo stesso. Margherita sospetta di un piano diabolico ed è pronta a tutto pur di smascherarlo.
Non ci troviamo difronte a un semplice racconto con qualche colpo di scena: addentrandoci nella lettura ci renderemo conto che quello che stiamo leggendo è una vera e propria critica alla società moderna.
Benni ne realizza un’analisi sottile e mai troppo amara.
Strappandoci un sorriso, attraverso il linguaggio di una ragazzina che sta entrando nella pubertà, riesce a farci meditare.
Una riflessione che, a mio parere, ruota intorno ad un interrogativo: siamo come Margherita, così forti e puri, da resistere alle meraviglie, alle certezze e alle promesse di plastica che il consumismo ci offre; o siamo come i suoi genitori così affascinati dal profumo del nuovo, disposti a cambiare pur di far parte di quel mondo.
Ci ritroveremo a pensare a tutte le nostre scelte, a i nostri modi di agire, di intendere la vita, di ascoltare la natura. Seguendo il filo dei nostri pensieri, ci renderemo conto che la società riuscirà sempre e comunque a farci perdere qualcosa. Ma questo non significa arrendersi, anzi ci servirà per rimboccarci le maniche e modellare a nostro piacimento la plastica -anche emotiva– che ci circonda.
Nonostante il contenuto del libro possa sembrare pesante e noioso, vi assicuro che non lo è affatto anzi la lettura risulta essere scorrevole e piacevole.
E ci sono molti periodi maperò nella vita. Il fiume degli eventi ristagna e non si sa quale direzione prenderà, e andiamo alla deriva in acque torbide. Poi l’acqua diventa libera, il torrente scorre, e tutto torna trasparente.
t.
Per paura e timidezza verso me stessa evito ogni forma di descrizione: interiore ed esteriore. Scrivo in gran segreto per mettere in ordine pensieri e sentimenti confusi e per riprendermi da notti insonni.