Pina Piccolo in Calabria il 3 e il 4 maggio per presentare “Muovi menti – segnali da un mondo viandante”

Pina Piccolo, la macchinista-madre, è una scrittrice e promotrice culturale calabro-californiana.

Si imbarca in questa nuova avventura legata alla letteratura spinta dall’urgenza dei tempi, dalla necessità di affrontare la complessità del mondo, cose in cui la letteratura può dare una mano. Il 3 e il 4 maggio sarà in Calabria,  per un doppio appuntamento in cui presenterà il libro AAVV “Muovi-menti, segnali da un mondo viandante”, antologia della e sulla migrazione, Terra d’ulivi edizioni. Incontro e letture con Bartolomeo Bellanova, altro curatore dell’opera e redattore insieme alla Piccolo de lamacchinasognante.com.

Mercoledì 3 maggio h. 21.00 l’antologia sarà presentata presso la Libreria Ubik di Catanzaro, in occasione della giornata mondiale per la libertà di stampa promossa dal Club per l’Unesco di Catanzaro, dietro l’invito di Daniele Natali.

Giovedì 4 maggio h. 17.30 sarà invece la volta di Lamezia Terme. L’appuntamento, inserito ne Il Maggio dei Libri, vedrà la partecipazione, oltre all’autrice, di Pasqualino Bongiovanni e si svolgerà nella sala polivalente della biblioteca comunale Palazzo Nicotera.

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Il ricavato della vendita di ogni libro, dedotti i costi dell’editore, verrà interamente devoluto all’associazione non profit “Amal for Education” per creare un ponte ideale con i bambini e i ragazzi siriani devastati da cinque anni di guerra civile. Amal si occupa a Kilis, sul confine turco siriano, di formazione e educazione dei bambini e ragazzi fuggiti da quell’assurdo conflitto. Così le parole di questa antologia dallo stato gassoso si materializzeranno in aiuto concreto per volare al di là di ogni inutile confine.

L’antologia nasce dal lavoro di oltre sei mesi svolto dai curatori,  fondatori insieme ad altri amici del contenitore on line di scritture dal mondo lamacchinasognante, che hanno sentito la necessità di raccogliere segnali provenienti dai movimenti che coinvolgono ogni anno sessanta milioni di persone, attori di migrazioni spinti da guerre, persecuzioni etniche, fame, desertificazione o semplicemente per realizzare il proprio progetto di vita, famiglia, lavoro o studio. La dimensione della migrazione è, quindi, una caratteristica primaria, ontologica, dell’esistenza. Chi può pensare che un continente abbia un padrone come se fosse un latifondo? E soprattutto chi può decretare che i padroni sono coloro che lo abitano e non anche chi, nel corso delle sue migrazioni, lo va ad abitare, come è accaduto per lungo tempo all’arrivo in Europa di molti dei nostri antenati? Non sono gli europei discendenti da popoli arrivati dall’Asia e dall’Africa, dall’Egitto, dalla Persia, dalla Turchia, dalle steppe russe degli Urali?

Il “muovimenti” che questo progetto spera di attivare nel lettori è l’accostamento a un mosaico di storie di vita di migrazione, la possibilità -muovendosi tra di esse- di farle proprie e analizzarle, forse scuotere alcuni falsi miti imperanti sulla migrazione, muovere nella nostra mente nuove letture della realtà in cui siamo immersi per cercare nuovi modi di cambiare il mondo insieme. Questa volontà di vedere più da vicino e più in profondità è quella che agita i testi qui presentati -per lo più poesie ma anche riflessioni e prose poetiche- scritti da scrittori, giornalisti, rifugiati che hanno dovuto inventarsi una nuova vita e giovani sbarcati nei nostri centri d’accoglienza, le cui letture interpretative vengono poste allo specchio con quelle dei loro coetanei italiani. Nasce così il collage di voci e volti di quarantasei autori, di cui quattordici italiani, che rappresentano sedici Paesi, che vanno dalla Colombia all’Iraq. Sono colori e anime potenti che hanno la forza di scuotere nel profondo ogni falsa certezza, ogni pre-giudizio e ogni pre-concetto cristallizzato nel nostro occidente.

Ciò che spicca distintamente -al di sopra dei toni di speranza, delle grida di disperazione e delle urla di rabbia delle diverse voci presenti nel volume- è l’insostenibilità dell’attuale organizzazione politico-sociale, basata su crescenti disuguaglianze e su un sistema economico che ha munto terra e mari per massimizzare i guadagni di pochi e marginalizzare le speranza di vita di miliardi di persone.

I curatori dell’antologia: Bartolomeo Bellanova, Pina Piccolo, Gassid Mohammed, Lucia Cupertino;

Autori che hanno raccolto il nostro segnale donandoci un loro scritto (in ordine alfabetico): Ali Taj Addin (Iraq) , Mohammed Al Matrud (Siria), Ghayat Almadhoun (Palestina), Klaled Soliman Al Nassiry (Siria), Hassan Blasim (Iraq), Jehan Bseiso (Palestina), Amaranta Caballero Prado (Messico), Tommaso Campana (Italia), Murat Cinar (Turchia), Antonino Contiliano (Italia), Anna Maria Dall’Olio (Italia), Nicola Davies (Gran Bretagna), Iris De Anda (Usa), Ahmed Dhiaa (Iraq), Doumbia (Mali), Tahani Fajer (Kuwait), Fernanda Ferraresso (Italia), Yacob Fouiny (Costa d’Avorio), Alessandro Ghebreigziabiher (Italia), Lucia Grassiccia (Italia), Essa Hassan (Siria), Henry Howard (Usa), Selam Kidane (Eritrea), Wafai Laila (Siria), Arian Leka (Albania), Loredana Magazzeni (Italia), Jeffery Martin (Usa), Rosario Patricio Martinez (Messico), Ahmed Masoud (Palestina), Gentiana Minga (Albania), Maria Grazia Patania (Italia), Shailja Patel (Kenia), Anna Piazza (Italia), Claudia Piccinno (Italia), Irma Pineda (Messico), Eleonor Redford (pseudonimo – Italia), Betty Sanchez (Messico), Carmelo Scolaro (Italia), Silvia Secco (Italia), Refaei Shikho (Siria), Lorenzo Spurio (Italia), Gaius Tsaamo (Cameroun), Thomas Tsalapatis (Grecia), Antonieta Villamil (Colombia), Wisam Ali (Iraq), Michela Zanarella (Italia).

È urgente l’amore.

È urgente una barca in mare.

 

È urgente distruggere certe parole,

odio, solitudine e crudeltà,

alcuni lamenti,

molte spade.

 

È urgente inventare allegria,

moltiplicare i baci, i raccolti,

è urgente scoprire rose e fiumi

e mattine limpide.

 

Cade il silenzio sulle spalle

 e la luce impura, fino a dolere.

È urgente l’amore,

è urgente restare.

Eugenio de Andrade

 

 

 

Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

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