Ragno, almeno per una volta,
sii generoso, raccontami le storie
delle vite che hai nella tua tela
imprigionate, raccontami come
le hai intrappolate e dimmi sino a quando
è durato il loro respiro, sino
a quando hanno avuto ancora vita,
quale è stato il loro ultimo
pensiero prima che terminasse
l’agonia. Voglio sapere ciò che si prova
nell’ultimo istante, quello che precede
immediatamente il buio in cui entreremo.
Tu certamente lo saprai, per esserne stato
la causa e insieme il testimone, ti prego
fa’ che questo ultimo mistero
ni sia svelato, giungerò allora pure io,
a questo momento, meno disperato.
Ci mancherà il caro prof. Tonino Iacopetta. Mancherà il suo sguardo sempre un po’ inquieto e dolce, dietro cui si nascondevano tutte le cose minimali, e che lui sapeva bene trasmettere nei suoi versi. Mancherà per le vie del paese, col suo cappotto e il cappellino, con aria un po’ trasandata, paese da cui da sempre se ne stava discostato, con la sua dignità di poeta umile, amico dei grandi poeti del ‘900 italiano. Mancherà col suo passo felpato nelle stanze della biblioteca comunale dove si apprestava, senza tregua, a leggere, a studiare, a capire. Ci lascia tante cose belle il prof. Iacopetta, che negli ultimi mesi aveva pubblicato molte sue raccolte conservate in un cassetto da lunghi anni. Fra tutte le altre cose, ci lascia la critica al poeta Franco Costabile, dal quale i più giovani ne hanno tratto motivo di approfondimento in tempi recenti, e di studio contemporaneo, ci lascia con le grandi domande sulla vita, le quali solo gli uomini che toccano la vera letteratura riescono ad elaborare. Ci lascia con la consapevolezza che anche la fragilità è bellezza.
Giornalista pubblicista
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