Dalla parte della professoressa e dei ragazzi della II E dell’Iti di Palermo

Siamo ancora un Paese libero in cui si può esprimere senza condizionamenti la propria idea, anche in maniera provocatoria, per suscitare un dibattito che faccia riflettere tutti? Si può insegnare la storia senza necessariamente compararla con l’attualità, anche politica? Chi dice che in una scuola non si possa mettere in discussione lo status quo? Dove meglio della scuola ciò si può fare? La scuola deve essere il tempio del sapere e del pensiero critico, La scuola è fabbrica non di piccoli operai ma di pensatori e soprattutto cittadini. E ogni cittadino oltre a dover assolvere a degli obblighi ha anche il diritto e il dovere di preoccuparsi attivamente di ciò che sta accadendo nel Paese in cui vive. L’opposizione tra l’altro è necessaria in ogni democrazia, se non si vuole che essa diventi tirannia. C’è sempre bisogno di freni e, si sia d’accordo o meno con le idee, magari anche di un numero ristretto di persone, esse vanno rispettate e tutelate anche da chi ha le redini del potere.

Per tutte queste ragioni è veramente inaccettabile il caso di Palermo in cui la professoressa di storia Rosa Maria dell’Aria, del’Istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III, è stata sospesa per due settimane dalle sue funzioni di insegnamento da parte dell’ufficio Scolastico provinciale di Palermo.

Quale sarebbe il casus belli? Alcune slide che i suoi alunni avrebbero fatto proiettare in aula magna il giorno della memoria, in cui si accostavano Mussolini e le Leggi Razziali, al decreto sicurezza di Salvini. La colpa della docente sarebbe stata quella di non aver effettuato un controllo preventivo per impedire che i suoi alunni facessero tale accostamento. Il fatto è un precedente molto grave indubbiamente, e sa veramente di censura fascista. Infatti, da una parte va a ledere l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di pensiero ed espressione, e dall’altro l’art. 31 ovvero la libertà di insegnamento. Insomma, si è voluta colpire da una parte la docente, a mo di colpirne uno per educarne cento, e naturalmente gli alunni, che avrebbero “travalicato” le libertà a loro disposizione.

Ma è veramente possibile in un’epoca in cui il pensiero critico sta morendo colpire dei ragazzi che in maniera veramente mirabile riescono a vedere similitudini, seppur con enfasi, tra l’atto razzista di Mussolini, e il restringimento dei diritti umani voluto dal sovranista Matteo Salvini, nei confronti dei migranti africani? È possibile che si colpisca un’insegnante dedita la suo lavoro, che non si limita a inculcare semplici date ed eventi nelle teste di ragazzi, i quali devono in primis crescere sviluppando un proprio pensiero, autonomo da quello intollerante che si respira ormai nell’ei fu Bel Paese?

Per questo come collettivo Manifest ci schieriamo assolutamente dalla parte dei ragazzi della II E dell’Iti di Palermo e della loro insegnante Rosa Maria dell’Aria, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà e simpatia. Ricordando che al potere ha sempre dato fastidio chi in maniera non conformistica esprime le proprie idee. Allora viva il pensiero non allineato e anche provocatorio, a patto che sia dalla parte dei diritti così mirabilmente sanciti ed esplicati dalla nostra meravigliosa Costituzione.

Venerdì 24 maggio assemblea e fiaccolata organizzata da Flc Cgil, Unione degli studenti e Rete degli studenti medi. Il sindacato rileva “la grande solidarietà di queste ore in risposta a un chiaro attacco alla libertà di insegnamento e di espressione”

Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?

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