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Il giuoco dell’universo

È una presenza infernale che anima
la danza stregata nel bosco diabiolico,
fitto di rami che mi stracciano la pelle.
Dal viso sanguino abbondantemente
ma non mi spavento; un vento micidiale
mi secca le dita mentre mi ruba la vita
e cado in un abisso…
È sempre notte quaggiù. ..
Forme oscure si muovono nell’ombra
e so ciò che vogliono…
Cacciatori della notte e io cacciatore di stelle…
Una cometa malinconica
si avvicina alla Terra,
prendo il volo con le ali di cera,
ma poi si sciolgono e stramazzo
nella notte di fuoco dove fauni e ninfe
in orge fantastiche celebrano la vita.
E mentre una tigre ruggisce,
i lupi cercano una preda umana
per vendicare i loro morti.
Riprendo così a fuggire
e mi ritrovo in un cimitero di animali
dove gatti e cani spaventosi
dagli occhi di fiamma
mi fulminano scrutandomi
e il dolore è terribile, e prendo il volo
tra cielo e spazio,nel buio sotto terrori
straordinari. Una musica infernale romba
come una marcia di carri armati sovietici
della Seconda Guerra Mondiale
che si scagliano contro fanatici nazisti.
Questa musica è una litania
che non ha mai fine e mi sgretola il cervello…
Basta basta, suona una sirena
e mi ritrovo in un gulag a 50 sotto zero.
Il fiato congela,
in un secondo,
ma corro e corro
da solo.
Mefistofelici pastori tedeschi
mi rincorrono.
Un faro abbaglia.
Sento proiettili trafiggermi il cuore,
e mi risveglio con la testa sotto un lago di merda
dove demoni oscuri e ossessi
mi fanno scoppiare.
Al risveglio una figura bianca
mi estrae dal petto una pallottola gigante.
Possibile che non mi vogliate mai lasciare stare?
e bum bum spari ancora
e mi ritrovo a Parigi nella sede di Charly,
di fronte a terroristi
che uccidono in nome di dio.
Gli altri dei se la rideranno da lassù.
Io però non mi fermo più
e mi ritrovo nel mezzo di un oceano di sangue
dove Caronte prende le anime prave
e le traghetta all’infinito.
Scivolo come su una lama lastricata d’oro
e sono in una bolgia
dove demoni con ali di pipistrello
mi pungono dappertutto.
Altri umani, come me,
sono presi e sbattuti nella lava infuocata,
altri ancora volano a stormi.
Due si abbracciano in volo
ma un demone con una sciabolata li fa a pezzi
gridando che oramai saranno per sempre separati
come il corpo, l’anima e lo spirito.
L’aria è irrespirabile, satura di fumo,
fuliggine, e di un fetore immondo.
Un professorino mi chiede cosa ci faccio lì.
Non lo so nemmeno io, così inizio un’impervia salita,
dove un chiarore luciferino
annuncia che Gesù Cristo è stato crocefisso
e mi metto a piangere senza motivo.
Poi prendo una motosega,
gli taglio le braccia e la testa,
e lo cuocio prima di far festa.
Volo in cielo dove trovo un vecchio inviperito
che mi fa un pippone
così lo mando a fanculo,
gli sputo in un occhio,
prendo un coltellaccio
e lo levo di torno.
Ridiscendo tra la gente.
Sono tutti così tristi:
«Dio è morto».
Allora io li seduco e loro mi si abbarbicano attorno:
<<Sono Dio e voi siete tutti delle merde>>.
Per tutta risposta si inginocchiano a cerchio
e io li riempio di calci in faccia, ma loro restano….
Dopo un po’ mi stanco
e me ne volo su un altro pianeta.
Sono io l’unico maschio dell’universo
e mi accoppierò con tutte le stelle
e dalla grande orgia
nasceranno tanti altri pianetini
e poi inizieranno a farsi la guerra
e il più forte schianterà tutti di calci e morsi
così per l’eternità sinché questo furore infinito
si dissiperà in una nuova vanità.
Dopo aver dominato gli uomini
ho bisogno di una nuova droga
e parto alla volta di Andromeda
e mi faccio irradiare dalla sua luce.
Poi la prendo annoiato
e la scaglio lontano.

Ecco il gioco del bambino
a cui non è mai stata
data la mano.

Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?

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