Suoni industriali
batterie pesanti che scandiscono il respiro…
Lei mi iptotizza con uno sguardo da rettile
Lei animale primordiale
Lei fucoco che scorre nelle vene…
Tu neutralizzi ogni mio movimento
O mia meravigliosa bugiarda
Mi inganni ogni volta
Angelo maledetto
I tuoi occhi blu sono finestre
Che nascondono il nero che ti scorre dentro
Oggi mi sento profondamente cattivo
Sarà che mi hai infettato
La carne mi hai divorato
E non rimane che un buco
Dentro il quale cadere
Si non rimane che un buco
Mia preziosa compagna
Il tuo sapore è ancora sulla mie labbra
Ora che siamo una cosa sola
Miliardi di preghiere non basteranno
Ora che mi hai fatto perdere qualsiasi certezza
Ora che mi hai fatto perdere ogni dono
Ora che sono veramente tuo
Il mio desiderio è infetto
Ora che non ho più davvero niente,
Ora che respiro dalle tue labbra
Mia padrona la tua infezione è pure mia
O Dio ti prego lasciami qui
Il paradiso è tra le sue braccia
Così impuro
Così infetto
Ne uscirò a brandelli
Lo so questa volta
Ma strappami la pelle
Così che non abbia più protezione
Almeno per una volta
Si così
All’infinito
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?