Vivere bramare la vita
Desiderarla e penetrarla ogni momento
Lontano da un senso
Una eterna avventura
Dimentichi di se stessi
Ma amanti di ogni minuto
Secondo o secolo
Perché ci siamo
Perché basta scuotere le membra
E il corpo griderà un eterno <<io ci sono>>
Troppe domande nuocciono all’immaginazione
Ammalano i sensi
Invece urliamo il nostro eterno sì
Sì all’avventura
Sì al dolore
Ma che non duri più di un attimo
Come un incidente di percorso
Che presto verrà sostituito da nuove gioie
Perché la paura ci storpia
Ci strazia
Ci infiacchisce
Invece di essere turgidi così la pesantezza ci blocca le gambe
Invece balliamo corriamo abbracciamoci
Baciamoci e facciamo l’amore
In un’orgia di sensi e sentimenti
Mai niente ci potrà piegare
Se non noi medesimi
Perché l’unico nemico possibile siamo noi
Gli altri sono compagni di viaggio
Incazzati, spauriti o gioiosi come noi
Io grido la mia esaltazione della vita
Io grido la mia esaltazione dei sentimenti
Io grido la mia esaltazione della virtù
Ma di quale virtù?
Della virtù di sempre, della virtù dell’amore e del rispetto
Della virtù della sincerità e dell’impegno
Non odiate! Non portate rancore! Non sentitevi piccoli!
Voi siete grandi e la strada da fare è tanta
Siamo su un sipario e muoviamoci gridiamo sentiamoci liberi
Sin quando non lo saremo davvero
Basta lasciarsi andare
E abbandonarci alle forze dell’universo
Io non ho il controllo di niente e nemmeno di me stesso!
Ma mi fido, mi fido di me e degli altri!
Ad essi mi dono e se nessuno mi prenderà
spiccherò il volo, si spiccherò il volo
Con voi fratelli sognanti!
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?