Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

I ragazzi di KALT green 2.3 portano in scena “Waiting Room”

I ragazzi di KALT green portano in scena “Waiting Room” esito di fine anno del cantiere laboratorio teatrale ideato e portato avanti da Scenari Visibili dietro le guide di Gianluca Vetromilo, Achille Iera e Dario Natale. Un cantiere che si riconferma, necessario, anche per il prossimo e anno e a cui molti dei ragazzi continueranno a prendere parte.

Spesso quando si pensa al teatro, la prima immagine che compare è un palcoscenico. L’errore consiste nel pensare al teatro come mero strumento di spettacolarizzazione, e così renderlo residuale come idea, come concetto, come essenza, dimenticando l’etica. Sappiamo che il teatro non si esaurisce nell’arte di esibirsi, perché il teatro è tanto altro. E i ragazzi di KALT green nella loro ancora tenera età, hanno dimostrato maturità, perseveranza, disciplina, in un percorso che va a completare un carattere, a modificarlo, a smussarlo, in un percorso educativo e di crescita che va ben oltre l’apparire. Certo, il palcoscenico è importante, come è importante la tecnica, ma ieri pomeriggio quello che più ha colpito di questi ragazzi, senz’altro bravissimi tutti nella loro parte, è stata la lucentezza dei loro occhi, la predisposizione all’ascolto, il loro farsi guidare da quelle guide che, in maniera autentica, non insegnano a salire scale gerarchiche, ma trasmettono la passione e la conoscenza di sé che poi diventa conoscenza dell’altro. Il teatro, dunque, di Scenari Visibili è prova d’attore importante per chi non è solo attore ma persona, essere umano in continua evoluzione. Il teatro che insegna l’armonia.

Ha colpito inoltre la forte dinamicità dell’evento, dietro la conduzione dei più piccoli e saggi Riccardo Sergi e Checco Tassone che hanno vivacemente indicato la via da seguire da una stanza all’altra, da una scena all’altra. E nell’inizio e nella fine dei loro frammentati interventi, sono state ‘attesa’ e ‘fine’ i due cordoni ombelicali dello spettacolo, che hanno lasciato larga interpretazione nel caloroso pubblico. E allora mi viene in mente il teatro di Franco Scaldati, il fatto che per fare teatro non servano necessariamente quinte, o sipari rossi vellutati. Ieri i camerini di KALT erano le scale dell’ultimo piano di un antico palazzo, scale in pietra, dalle quali  i ragazzi salivano e scendevano presi dall’adrenalina, e dove io mi sono fermata per qualche secondo ad osservare la loro bellezza, il loro entusiasmo, e per porre qualche breve domanda. “Per me questo è vero teatro – dice Antonio Vono – non è recita scolastica, e per questo mi sono messo totalmente in gioco e sono soddisfatto”. KALT è anche aggregazione e socializzazione, qualcosa che per i più timidi è certamente motivo d’apertura al  mondo “Ho messo da parte la mia razionalità e mi sono lasciata andare, ho conosciuto nuovi lati di me” – dice Gloria Romano. “Lo rifarei di nuovo” – risponde il più piccolo Checco Tassone.

Hanno partecipato: Antonio Vono, Scaramuzzino Alice, Scaramuzzino Savina, Claudia Failla, Giulia Pollice, Riccardo Sergi, Gloria Romano, Isabel Di Cello, Ilaria Cerra, Sveva Vinci.

13450092_1709506419298286_2727851738140580426_n

Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

Lascia un commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.