I caldi baci,
le soffici carezze,
la pelle profumata alle erbe,
e poi il buio e la malinconia…
Io mi perdo nei campi della nostalgia
in una notte che si espande
e copre tutto,
come petrolio:
ma poi, peregrinando
nei labirinti della mente,
attraverso tenebre,
prive di luna
(perché la luna eri tu,
che te ne sei andata),
vedo una piccola stella,
che illumina gli occhi,
e mi accorgo
che questo mondo
senza luce,
né pace,
non mi appartiene:
io non ti amo più ragazza della luna,
hai fatto il mio cuore a coriandoli,
non ho niente da rimproverare
ma ora devo andare…
(Peccato solo
che le lacrime dell’inferno,
brucino,
in eterno…)
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?