Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Come convivere con quel piccolo ma pesante senso di insoddisfazione ~

Partiamo dall’assurdo: e se oggi, fra le viscose pieghe della quotidianità, avessimo in realtà realizzato gran parte dei sogni di quand’eravamo poco più che bambini?

Cosa sognavate d’essere voi a quella teneramente sottovalutata età di tredici o quattordici anni? Mi rivedo per un attimo, per quell’attimo in cui decido di tuffarmi indietro con coraggio, goffo nell’esprimermi, impacciato in un gruppo che conti più di due persone. Continuiamo con realismo. Lo ammetto. Mi riconosco nella sempre più comune sindrome da perenne insoddisfazione. E Dio solo sa quanto fastidio mi reca anche solo lo scriverla questa parola: insoddisfazione.

Scrivo per forza, per quella forza di volontà che si affievolisce anziché fortificarsi quando si tratta di “se stessi”. Non sto più al passo coi miei cambiamenti, questa è la verità. Mi rattrista terribilmente il non comprendere perché queste stesse righe non abbiano più il sapore di quelle scritte qualche anno fa. Come fate, voi, a riconoscervi in una sola parola pronunciata anche un anno fa? Come fareste a riconoscervi pur nella stessa e identica parola, pronunciata ogni giorno per tutta la vita? Ormai mi limito a descrivermi. Tuttavia mi consola continuare ad intravedere il mondo intero, tra una descrizione della mia emicrania e un’altra della mia insonnia.

Non pensare. Forse potrebbe esser questo il miglior consiglio su come convivere con quel piccolo ma importante senso di insoddisfazione. Chi si ricorda come si fa a pensare? Perdonami, me stesso, per averti spesso trascurato, per aver immaginato che tu restassi là, sempre uguale a te stesso, immutabile. Perdermi nella bellezza del quotidiano mutamento del mondo, trascurando il tuo piccolo mutare, è stato il mio più grande errore. E non l’unico.

Ma nella vita – anche in quella più umile e di tutti i giorni – abbiamo pur bisogno dell’assurdo, quell’assurdo con il quale ho voluto lanciare questo sfortunato pezzo di diario, così irriconoscibile dai suoi parenti del passato. Dopotutto il cerchio alla testa non è una novità, le palpebre calanti neppure. L’ingestibilità del tempo lo sta diventando. Ma… questione di priorità: ho deciso, senza decidere, di studiare prima il mondo. Solo in questo modo sapremo, giorno dopo giorno, quanto incidere su di esso. Perché. E soprattutto, ché a quanto pare di ‘sti tem pi è la cosa che conta di più, come incidervi. E poi non si è soli, mai.

Titolo fuorviante. Nota bene per la prossima volta: come in passato, i titoli meglio darli alla fine.

Vive a Lamezia Terme, legge e scrive dove gli capita. A tempo perso si è laureato in Beni Culturali e in Scienze Storiche, a tempo perso gestisce il blog Manifest e a tempo perso è responsabile della Biblioteca Galleggiante dello Spettacolo del TIP Teatro. Di fatto, non ha mai tempo. Ha esordito nel 2023 con il romanzo "Al di là delle dune" (A&B)

Lascia un commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.