La riflessione sul Mediterraneo, il viaggio e la creatività costituisce uno dei temi itineranti di Sciabaca Festival, giunto alla seconda edizione.
La mostra dal titolo “Visioni di Calabria”, realizzata all’interno della manifestazione, intende raccontare una parte importante della storia calabrese, ponendo particolare attenzione a quelle che sono le sue risorse economiche, sociali, storico-artistiche, nel tentativo di volgere lo sguardo al passato per riscoprire alcuni valori primari, mantenendo però un occhio vigile nei confronti della contemporaneità.
Il vernissage – inaugurato il 22 settembre alle ore 19.00, all’interno dell’ex stabilimento industriale Rubbettino – ripercorre dunque un pezzo di storia della Calabria intesa come “crogiolo” o “crocevia” di esperienze, vite e culture del Mediterraneo. L’esposizione, allestita su progetto dell’architetto Emilio Leo, si articola in tre sezioni diverse: la prima, intitolata Musaba il sogno contemporaneo di Nik Spatari e Hiske Mass, presenta – attraverso un’attenta sistemazione storiografica – l’intenso lavoro dell’artista a partire dal suo ritorno in Calabria nel 1969.
Nik Spatari è una figura singolare e poliedrica nel panorama artistico calabrese, il suo talento si esprime in vari campi delle arti visive: dalla scultura alla pittura, dall’artigianato all’architettura, e soprattutto nell’opera di riqualificazione e promozione del territorio, che trova espressione nella realizzazione del MUSABA, un vero e proprio parco- laboratorio situato a Mammola nella Locride. Esso, infatti, si configura come un progetto in costante mutamento, nel quale passato e presente dialogano tra loro, in una perfetta integrazione tra arte, architettura e paesaggio. A tal proposito, Hiske Maas, moglie dell’artista e sua collaboratrice, afferma:
Il progetto del MUSABA nasce alla fine degli anni ’60 con l’obiettivo di diventare un museo open air, ma anche un laboratorio didattico in grado di creare interazione tra uomo, ambiente e territorio.
Il parco nasce principalmente dalla necessità di recuperare un’area storica come quella del complesso monumentale di Santa Barbara, risalente all’età paleocristiana, utilizzando i nuovi linguaggi contemporanei.
All’interno del ciclo espositivo è possibile ammirare il modellino realizzato dall’artista per il progetto del Parco Museo Santa Barbara (MUSABA), il bozzetto per la realizzazione della “Rosa dei venti” e la videoproiezione dei dipinti eseguiti nel periodo compreso tra il 1947 e il 2017. Al centro della sala campeggia la bellissima scultura in legno dal titolo “L’Eroe del Sagra”, realizzata da Spatari ispirandosi alla storica battaglia tra ateniesi e locresi avvenuta nel V sec. a.C.
Le altre due sezioni della mostra riguardano le carbonaie e le ferrovie calabresi. Esse ripercorrono, attraverso la proiezione di alcune fotografie d’epoca, una particolare stagione dell’economia calabrese, in cui i lavoratori vivevano in condizioni di miseria ma credevano in una possibilità di cambiamento. Sono scatti, quelli realizzati da Bruno Tripodi, che immortalano un mondo ormai scomparso: la Calabria delle carbonaie che “profumavano d’incenso”, dei lunghi treni a vapore che partivano portando con sé valigie piene di sogni e speranze. L’immagine del treno, simbolo del progresso, rimanda dunque all’idea del viaggio e dell’erranza come metafora per raccontare la continua ricerca di un altrove, un tema che è ancora fortemente attuale.
Amo l'arte e la musica. Sono perennemente in bilico tra sogno e realtà. Sto ancora cercando il mio posto nel mondo.