È risaputo – almeno dagli specialisti del settore – che ricostruire la storia di Lamezia Terme è un lavoro decisamente arduo, molto più rispetto alla storia locale di altri territori calabresi. Da un lato, infatti, bisogna tener conto imprescindibilmente che “storia di Lamezia Terme” si deve declinare in tre diverse storie, quella di Nicastro, di Sambiase e di S.Eufemia che, in effetti, solo in età relativamente recente si son trovate a intrecciarsi in maniera profonda. Dall’altro, però, la difficoltà della ricerca è dovuta a una pur innegabile scarsità nella consapevolezza storica della cittadinanza. Mi riferisco a quella contemporanea, naturalmente, che nomi come Ardito, Giuliani, Maruca li ha al massimo sentiti in riferimento a qualche via o qualche scuola e non saprebbe minimamente collocarli né storicamente né geograficamente nei diversi angoli della città.
Ma non solo. Se alla cittadinanza di massa non si possono richiedere sforzi tali come recarsi in biblioteca di tanto in tanto per cercare di colmare le proprie lacune in cultura locale, questi sforzi sarebbero da pretendere per lo meno da parte di chi tenta di “fare” divulgazione storica e culturale a livello locale e non. A parte qualche esempio virtuoso e autorevole – come quello del prof. Villella che da anni si occupa di arricchire la divulgazione scientifica del web in riferimenti ai suoi studi storici sul Lametino – se proviamo a effettuare qualche semplice ricerca storica sul web in riferimento a Lamezia Terme, troveremo diversi testi, su siti, anche istituzionali, che… vai a vedere un po’ sono il frutto di copia&incolla vari da quelle poche opere “intoccabili” che rispondono ai nomi suddetti o ad altri ancora. Senza, ovviamente alcuna citazione. Tra gli altri, ho trovato soprattutto una maggioranza di testi del Bonacci, il più ripreso, forse.
Ma al di là di questo incipit di natura “storiografica” l’attenzione oggi la rivolgo tutta su un caso particolare. Quello delle chiesette di S.Marco e del SS.Salvatore nel rione S.Teodoro, già dirute ai tempi di Ardito e delle quali oggi non c’è rimasta alcuna traccia materiale. Stando al Bonacci (1) queste due chiesette – filiali della parrocchia di S.Teodoro – furono probabilmente erette nel XIV secolo da due società laicali. Quella di S.Marco “sorgeva sulla via omonima, ora chiamata anche Via Eugenio Barberio, sul suolo dove il Comune ha posto una fontanella di ferro”, la seconda invece sorgeva sulla via che ancora oggi porta lo stesso nome (Via SS.Salvatore) e resistette più a lungo della prima se Ardito (2) scrive: “Ora è un luogo diruto, attiguo alla casa e all’orto dei Signori Tommaso e Domenico Bevilacqua”.
Su S.Marco invece lo storico dell’ottocento riporta che “sino a parecchi anni fa, vi era ancora qualche vestigio di mura dirute; oggi è tutto adeguato al suolo, e vi si è collocata in fondo una delle fontanine di ferro della Città”. Entrambi gli storici – e si noti il vuoto temporale tra i due pressoché incolmabile da altre fonti – su S.Marco riportano, poi, che ogni anno nella giornata del 25 aprile (giorno in cui si festeggia S.Marco, per l’appunto) una processione partiva dalla Cattedrale e si concludeva in questa chiesetta. Inoltre, nello stesso giorno, presso l’attiguo largo Nettuno “si riuniva il Pubblico Parlamento, per eleggere le cariche annuali: un Sindaco e tre Eletti del ceto nobile; un Sindaco e tre Eletti del ceto popolare” (nella notizia Ardito riprendere qui il Maruca).
Entrambe le chiesette erano comunque già fatiscenti nel 1769, l’anno in cui il celebre Visitatore Apostolico Paolino Pace (dall’Ardito definito semplicemente come “Il Visitatore”) le interdisse e ne chiese dei lavori urgenti di restauro. Come detto, negli anni in cui scriveva Ardito (1880 ca.) al posto di S.Marco era stata già collocata dal comune una fontana. I ruderi che lo storico nicastrese poteva ancora osservare della chiesetta del SS.Salvatore, invece, “alcuni anni dopo […] furono venduti dal Demanio per suoli di casa”.
Una fontanella e la via SS.Salvatore è oggi tutto quel che resta dei ricordi di queste due antiche chiesette sulle quali ancora pochissimo è stato cercato, trovato e scritto.
1/ P. Bonacci, S.Teodoro: antico rione di Nicastro, Lamezia Terme, La Modernissima 1984
2/ P. Ardito, Spigolature storiche sulla città di Nicastro, Lamezia Terme, Bevilacqua, 1889
Vive a Lamezia Terme, legge e scrive dove gli capita. A tempo perso si è laureato in Beni Culturali e in Scienze Storiche, a tempo perso gestisce il blog Manifest e a tempo perso è responsabile della Biblioteca Galleggiante dello Spettacolo del TIP Teatro. Di fatto, non ha mai tempo. Ha esordito nel 2023 con il romanzo "Al di là delle dune" (A&B)