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“Dove siamo stati bene” di Edelweiss Ripoli

“Quello che deve accadere accade sempre”

 

Sono Sonia e Raffaele a far incontrare Alessandra e Matteo, a pensare che i due potessero essere non solo compatibili, ma necessari l’uno all’altra. E così è stato: il fidanzamento, il matrimonio, il primo figlio, il lavoro, il trasferimento da Roma a Cosenza e un’esistenza che tende sempre verso la perfezione, nonostante gli imprevisti e i dolori che non possono mai essere messi in conto.

A narrare la storia della sua famiglia è Lorenzo che per capire sé stesso e per conoscersi ha bisogno di ripercorrere non solo i primi anni di vita di Sofia, sua sorella maggiore, ma anche la giovinezza dei suoi genitori.

È questa la storia raccontata da Edelweiss Ripoli nel suo romanzo “Dove siamo stati bene” edito dalla Les Flâneurs.

Con una scrittura delicata ma forte, l’autrice mostra al lettore il cuore più profondo e intimo delle dinamiche relazionali e Lorenzo, chiave di lettura di tutto il libro, descrive perfettamente le caratteristiche del “troppo amore”, di un sentimento che ingabbia, impedisce di volare, di assecondare la propria volontà.

Alessandra è una donna che non ha saputo trasformare in forza la sua sofferenza, è una madre che guarda i figli dall’alto in basso, che da quella vetta ha paura di cadere e fa di tutto per rimanere in cima sempre, ad ogni costo. Quando incontra Matteo il suo mondo inizia, finalmente, a prendere forma e lei a trovare il suo posto.

Matteo è un medico scrupoloso, un marito devoto, una persona che “si era preparata ad affrontare la vita da solo” ma dopo aver incontrato Alessandra “sapeva di non doverlo più fare”. Anche lui è stato ferito dalle persone che più amava, da una madre autoritaria, da un padre debole che non era riuscito a imporre la sua volontà. E allora promette a sé stesso che la sua famiglia sarebbe stata ordinata e impeccabile.

L’altro lato di questa perfetta medaglia sono Sonia e Raffaele: belli, innamorati, liberi, con la voglia di costruire, artefici del proprio destino, ma di un destino beffardo che rimescola le carte e che fa sprofondare Raffaele in una voragine senza via d’uscita.

“Ti manca?”

Ogni momento della mia vita”

“E cosa fai quando ti manca?”

“Guardo le sue foto”.

È Sofia che, un giorno, ha il coraggio di porgere queste domande a Raffaele e lui risponde con le lacrime agli occhi, perché non c’è nulla di più doloroso che ricordarsi del tempo felice quando questo è tragicamente passato. E benché tutti gli dicessero che il tempo allontanava i ricordi, “a lui, tutti quei benedetti giorni senza Sonia, sembravano solo una vita che non era più la sua”.

E infine, ma non per ultimi, ci sono Sofia e Lorenzo, questi due fratelli simili nella loro diversità, capaci di amarsi e odiarsi al tempo stesso perché se era vero che “la vita è una serie di opportunità sprecate”, loro, sicuramente, “avevano buttato al vento quella di conoscersi”.

Sofia decide di lasciarsi vivere, di accettare passivamente tutto quello che i genitori hanno deciso per lei, ma sarà proprio Lorenzo a farle aprire gli occhi e a farle capire che “solo noi sappiamo cosa ci rende davvero felici”. E allora Sofia, finalmente, si risveglia, forse non si riconosce o forse, invece, rivede sé stessa riflessa nel fratello.

Una storia individuale e corale al tempo stesso, un passato che si ripercuote nel presente e lo determina, come una condanna, come una sconfitta, ma anche come un riscatto e una rivincita.

Buona lettura a chi decide di rischiare. Buona lettura a chi sa che “non fermarsi davanti alle difficoltà è un continuo scegliere”. E infine buona lettura a chi i consigli li ascolta, ma, alla fine, decide di sbagliare a modo suo perché soltanto così può darsi la possibilità di essere realmente felice.

ALESSANDRA D’AGOSTINO

Sono una prof di Lettere appassionata e sorridente! Amo insegnare, leggere e scrivere recensioni, racconti e poesie che, spesso, hanno ricevuto pubblicazioni e premi letterari nazionali. Il mio motto è: "Se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre"... La vita mi ha insegnato che Giordano Bruno non si sbagliava!

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