“Ma la felicità non è l’unico imperativo che abbiamo nella vita?”
«Questo libro è un modo bizzarro di farvi compagnia. Racconta di me e della mia vita, è una storia umana che corre da quando ero un embrione nella pancia della mia mamma, saltella all’infanzia, si precipita all’adolescenza, scruta l’età adulta fino ad arrivare all’attuale Chiara che sono e che vorrei essere, una mamma oppure no. È la storia di una ragazza come io, un’espressione apparentemente strana, sgrammaticata, sbagliata, diversa, quando la leggi per la prima volta. Esattamente come, da sempre, appaio io. In questa espressione, è vero, c’è qualcosa che disvia dalla regola, ma se le guardi tutte insieme, quelle parole che le danno vita, ti restituiscono un ordine, un’immagine bella, come la verità. Una ragazza sì, ma come io. E in quell’io ci sono le mani, i capelli, i tic, le ginocchia, la saliva e le lacrime di ognuna di noi, così simili ma anche così uniche e irripetibili. Io, una ragazza, peraltro, non lo sono più da molti anni. Ma ogni donna ha l’età che si merita».
“Forte e Chiara”, edito dalla Rizzoli, è l’autobiografia di Chiara Francini, un racconto simpatico, ironico, ma anche toccante e profondo. È l’autrice stessa che, già nella sinossi, presenta le pagine di una storia che tiene compagnia al lettore tra sorrisi e commozione.
Chiara si abbandona a una trascinante confessione autobiografica, non professionale ma umana. Il suo, infatti, è il romanzo di formazione di una ragazza di provincia piena di sogni che fa di tutto per realizzarli, senza risparmiarsi, cadendo e rialzandosi, studiando duramente con fatica e caparbietà. Tutta la prima parte, dunque, è l’esilarante susseguirsi di una serie di eventi che la Chiara bambina e poi ragazza affronta a modo suo, con il suo sorriso e la sua dose di ironia. Si parla di amicizia perché “non c’è niente che ti faccia sentire maggiormente compreso e giusto di un amico che ti guarda e sa. Che patisce insieme a te, ma, soprattutto che, mentre qualcosa ti illumina, abbia negli occhi quella saetta di gioia, la stessa che hai tu”; di amore e di odio perché “con l’amore si fanno certe cose, ma il grosso si fa con l’odio: profondo, viscerale, instancabile”; della rilevanza del bene e del male perché “è importante conoscere il valore del bene, ma forse lo è di più sapere di cosa sia composto il male. Perché è fatto della stessa identica materia: noi”.
Nella seconda parte del libro, invece, si passa a una riflessione più profonda sul potere che governa i comportamenti umani, sull’importanza di resistere al dolore, sopportare, subire, soltanto, però, quando questo porta qualcosa, quando, in cuor nostro, sappiamo di avere una speranza di salvezza o, almeno, quando crediamo davvero in un ideale.
E, in chiusura, si parla dell’argomento più spinoso, più difficile ma anche più attuale: la condizione di ogni donna perennemente dilaniata fra la realizzazione personale e il desiderio di diventare madre.
Conosciamo tutti l’ormai celebre monologo sulla maternità che la Francini portò sul palco dell’Ariston, a tarda notte, durante la quarta serata del Festival di Sanremo 2023. Ecco, nella seconda parte di “Forte e Chiara” ci sono molti di quei passaggi, di quelle suggestioni, delle scene in cui lei dialoga con un figlio immaginario, tra interrogativi e sofferenza. Quel monologo, proprio come la seconda parte del romanzo, è un commovente viaggio nelle emozioni di cui spesso non si parla, quelle di chi madre non diventa, per scelta o per destino. Ed è qui, forse, che l’autrice si rivela pienamente, dichiarando, senza troppi giri di parole che “la parte più difficile di questo viaggio è qui. Perché è quella odierna, perché parlo di me ora, in un momento in cui, forse, potrei ancora rimediare a ciò che sono”.
Un romanzo dolce e amaro, gioioso e triste, spensierato e malinconico al tempo stesso.
Buona lettura a chi “sente di meritarsi la felicità, ma è certa del dramma”. Buona lettura a chi è convinto che “la felicità sia scivolosa, ma per le donne lo sia ancora di più”.
E infine buona lettura a chi sceglie di prendersi per mano perché sa che “i grandi viaggi ti portano via, ma sono i passi condivisi che ti portano lontano”.
ALESSANDRA D’AGOSTINO
Sono una prof di Lettere appassionata e sorridente! Amo insegnare, leggere e scrivere recensioni, racconti e poesie che, spesso, hanno ricevuto pubblicazioni e premi letterari nazionali. Il mio motto è: "Se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre"... La vita mi ha insegnato che Giordano Bruno non si sbagliava!