Ora che sei libera
il mio corpo come fu il tuo
presto si invitrea
in cui scopro, venendo meno la carne,
il plumbeo strale di quel diavolo
conficcato nel mio cuore ormai fragile
e, per questo dolore,
con una mano sempre stretta sul petto,
invoco la morte vagando, di selva in selva,
come uno spettro
ma al mio pianto sola risponde
la luna, nostra signora della notte,
della mia miseria
presa a compassione
che, col suo pallido raggio,
m’illumina trapassandomi da parte a parte
indorando l’aspro metallo
e le mie fredde lacrime
e, seppur non mi siano risparmiate le pene,
dal siffatto frutto dell’arco
ritrovo almeno la forza di rimirare le stelle
lì dove il tuo animo è pago
e, pel dono del mio amore, con un bacio,
per sempre riposa – lontano da ogni affanno.
Lilium Sige
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Facevo il quinto superiore quando mi ritrovai, con sorpresa, a scrivere la mia prima poesia che ,con quei versi, entrò in punta di piedi nella mia vita per poi diventarne, a poco a poco, un aspetto d'assoluta indigenza. Qual è il motivo per cui scrivo? Ebbene, scrivo per ritornare a Casa con la speranza che, nel farlo, possa portarci anche te che ora stai leggendo...