“Ho sognato la realtà”. Subhaga Gaetano Failla su “Amore Cointestato”

Ospitiamo molto volentieri sul nostro blog la recensione dell’amico Subhaga Gaetano Failla allo spettacolo teatrale “Amore Cointestato”. Le foto sono di Andrea Torcasio che ringraziamo per la concessione.

Su Amore cointestato di e con Enoch Marrella e con Giulia Salvarani, prodotto da Tuttoteatro.com e andato in scena al Tip Teatro di Lamezia Terme il 16 novembre 2024

   Amore cointestato ha una premessa al titolo, “La corazza emotiva – primo movimento”,  e un sottotitolo, “Uno spettacolo redpillato”, come bussole sparse per un effimero orientamento. Una ulteriore bussola è la domanda che pone Enoch Marrella a introduzione di questa sua opera: “Che ricaduta può avere un’esistenza priva di guadagno economico sulla vita emotiva e spirituale di una persona?”

L’autore del testo è Enoch Marrella e le luci sono di Gianni Staropoli.

Giulia Salvarani e Enoch Marrella in “Amore Cointestato”. Foto di Andrea Torcasio.

Lo spettacolo ha diversi riferimenti teorici, espliciti e impliciti, e alcune citazioni scagliate nei dialoghi, come nel caso dell’affermazione di Marshall McLuhan, “Il medium è il messaggio”, che individua nel medium, nel mezzo di comunicazione cioè, il messaggio stesso, svelando in tal modo l’illusione della parola liberata.

   Amore cointestato è una commedia sull’illusione e sul sogno di destarsi dall’illusione: un sogno nel sogno. Dall’uomo “dormiente” di Eraclito, a Buddha “il risvegliato” e alle ombre ingannevoli della caverna platonica, la storia dell’umanità è costellata da innumerevoli  tentativi di destarsi dal sonno. La pièce sorprendente di Enoch Marrella, attraverso la smorfia di un lugubre umorismo, descrive questo percorso nella nostra contemporaneità occidentale. Osserviamo con un sorriso amaro la comunicazione che preclude la comunione, le vite reificate e le esistenze umane trasformate in simulacri, in cose – merci tra le merci.

Il pubblico entra nel teatro mentre il protagonista maschile, un intellettuale borghese, squattrinato, in abiti sgargianti, resta in attesa all’ingresso. Ha in mano una cravatta, pendente fino a terra. Un indizio inquietante. Sul palcoscenico, Ariadna, la giovane esile protagonista femminile proveniente dall’Est europeo e da una condizione di povertà sociale ed economica, indossa abiti succinti e delle calze a rete con ampi squarci. Una sedia a sdraio e un cavalletto di legno arredano in modo essenziale la scena di uno spazio domestico. Sul fondale campeggia la grande immagine, in videoproiezione, di una foresta di antenne televisive che si innalza dai tetti di un anonimo centro urbano. Qualcosa è già pronto per irretire i personaggi e gli spettatori.

Enoch Marrella in “Amore Cointestato”. Foto di Andrea Torcasio.

Il primo incontro tra i due è suggellato dalla cravatta che l’uomo annoda intorno al collo della ragazza; sembra una sorta di guinzaglio elegante. Poi l’uomo spia con un cannocchiale una donna nell’appartamento di fronte – una doccia, un accappatoio, stimoli sessuali elementari. Uno sguardo che osserva l’immagine, un simulacro di vita in un mondo fin troppo simile al nostro, controllato dall’occhio vigile della Polizia Morale.  Scopriamo in seguito che i due protagonisti, dopo essersi conosciuti alla fermata di un semaforo nell’equivoco di una offerta di prostitute, sono diventati sposi durante un matrimonio celebrato in un ufficio postale, con il libretto postale cointestato e le fedi nuziali rivendute subito dopo. Il sorriso amaro dello spettatore assume la ferita di un ghigno.

Il terzo protagonista è proprio una immagine: un Maestro appare in video, creatura dell’Intelligenza Artificiale, per aiutare il suo discepolo umano, l’intellettuale frustrato, a superare le angosce dell’esistenza. Ogni aiuto ha però un costo economico. “Non ho nemmeno i soldi per piangere” dice a un certo punto l’uomo alla ragazza, durante una scena da psicodramma coniugale.

E qui possiamo interpretare la premessa del titolo: “La corazza emotiva”. La paura di vivere crea una barriera che difende dalle emozioni il protagonista di Amore cointestato. Perché attraverso le emozioni giunge la vita in tutta la sua forza, un flusso impetuoso che potrebbe frantumare il povero intellettuale ridotto a cosa. In una delle molte consulenze a pagamento con il Maestro virtuale, l’uomo scoppia per la prima volta in lacrime. Ma il pianto, l’espressione di una potente emozione che gli ricorda per pochi secondi di essere vivo, ha grottescamente un prezzo ben più alto di quelli pagati nelle altre sessioni di consulenza in video.

La vicenda coniugale, vissuta nel gelo di una distanza fisica e spaziale e di una astinenza sessuale all’interno della prigione di una comune dimensione casalinga, non tarda a precipitare nel risentimento maschile e nella disperazione femminile di Ariadna e della sua “vita di seconda mano”. Il risentimento maschile elabora, a causa  della frustrazione e dell’ego ferito, la teoria di un nemico illusorio e di una vendetta immaginaria.

Giulia Salvarani e Enoch Marrella in “Amore Cointestato”. Foto di Andrea Torcasio.

E ciò richiama il sottotitolo, “uno spettacolo redpillato”, e la domanda iniziale di Enoch Marrella. Tuttavia il protagonista di Amore cointestato non si sveglia dal sonno, non riconosce l’illusione, come potrebbe accadere invece al personaggio del film Matrix che decide di assumere la red pill, la pillola rossa in grado di rivelare l’inganno della Matrice. L’intellettuale di Enoch Marrella sogna la realtà, come confessa infine al suo Maestro sullo schermo, e dunque continua a vivere la sua esistenza di dormiente. Adda passà a nuttata, egli afferma durante uno dei suoi deliri di frustrazione. Ma la nottata eduardiana non passa per il nostro intellettuale risentito, il quale decide di tuffarsi in un altro sogno, nell’intenzione di partire per una nuova vita in Cina. E la nottata non passa  nemmeno al termine di Napoli milionaria di Eduardo e nel dopoguerra, risolvendosi nella tragica irrisione di un’alba sognata: dall’incubo bellico l’umanità dormiente sprofonda nel successivo sogno del consumismo, fino a giungere agli ulteriori  e odierni incubi di Gaza, delle numerose attuali vicende belliche e del rischio di una Terza guerra globale, atomica e definitiva.

Enoch Marrella incarna il suo personaggio con misura e delicatezza, con la cura e l’attenzione di chi sfiora una creatura vulnerabile. Giulia Salvarani si immerge nella sua Ariadna in una intimità silenziosa e mesta, che sapientemente rivela una vitalità inespressa, esplosiva, come accade durante la danza scatenata o nel furioso litigio coniugale. Lo spettacolo Amore cointestato, nella sua complessa semplicità, nella sua allegria luttuosa, crea una straordinaria comunione con il pubblico, una risonanza affettiva ed emotiva che perdura nel tempo.

Subhaga Gaetano Failla

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.