INTERVISTA A GHIGO RENZULLI

Tutti conosciamo i Litfiba, sono una delle poche band che fanno Rock in Italia.. e lo fanno da più di 35 anni ormai!
Oggi conosciamo il suo fondatore, Federico “Ghigo” Renzulli, chitarrista di fama internazionale e grande cultore di musica.

Ciao Ghigo! E’ un vero onore poterti intervistare! Ti do il mio personale benvenuto su Manifest.
Grazie! Un saluto a tutti gli amici di Manifest!!

Ghigo Renzulli, 62 anni, quanti di questi passati con in braccio una chitarra?
Cominciano ad essere veramente tanti, anche se da ragazzo ho passato periodi di poca attività. Invece da professionista siamo già a 34 anni.

Ogni artista dà un nome al suo strumento… Qual era il nome della tua prima chitarra e che chitarra era?
All’inizio non mettevo nomignoli alle chitarre. Il mio primo strumento è stato una HB imitazione Les Paul, uno strumento molto economico che durò fino alla mia prima Fender Stratocaster, che acquistai di seconda mano. Oggi, invece, alcune delle mie chitarre più  vissute hanno un soprannome, tipo l’Aragosta … il Massello, un bellissimo strumento in Noce africano che però ha un look un pò da armadio in arte povera!

Sei originario di Manocalzati un paese in provincia di Avellino. La voglia di fare musica ti ha portato a viaggiare. Sei stato due anni a Londra: com’è stato viverla in quel contesto  storico/culturale?
Ogni tanto ritorno al mio paese natale, dove ho anche qualche amico. Ci sono passato l’anno scorso durante l’ultimo Tour estivo.
Ci vorrebbero dieci libri per tentare di spiegare cosa era Londra nella seconda meta’ dei ’70, in piena esplosione Punk…un enorme movimento giovanile che interessò sia Arte e cultura che costume.

Descrivi quel periodo con tre parole e, se vuoi, raccontaci un aneddoto.
Energia, Musica, Ribellione.
Mi ricordo una festa in una casa occupata che finì con trenta persone Nude e fatte di additivi vari che si rincorrevano spruzzandosi addosso bombolette di vernice….La polizia arrivò alle otto di mattina chiamata dai vicini.

E’ stata la musica a portarti a Firenze? Inizialmente che difficoltà hai trovato? E quante occasioni ti ha dato l’esserti trasferito in Toscana?
No… abitavo a Firenze già dalla età di cinque anni, insieme ai miei genitori.
Mah! Forse se fossi rimasto a Londra avrei avuto molte più possibilità musicali e magari  avrei fatto una carriera più internazionale, oppure no…chi può saperlo! Comunque, volente o nolente, sono dovuto tornare in Italia dove ho ideato e costruito la sala prove in via dè Bardi, 32 da cui sono nati i Cafè Caracas (prima band di Ghigo Renzulli dove figurava Raf alla voce. n.d.r.), RAF e i Litfiba. E in ogni caso va benissimo così.

Nella tua vita hai suonato spesso fuori dai confini nazionali tanto che in alcuni periodi siete stati molto più acclamati all’estero che in Italia. Come te lo spieghi? Il nostro Paese non era (e non è) ancora pronto al Rock?
Vero! ho suonato un pò dappertutto… Tutta Europa, Balcani, Australia, Messico, Canada, Turchia e Russia comprese, anche se il successo all’estero è arrivato nei paesi di lingua Francese. Il nostro primo contratto discografico lo abbiamo stipulato con la CBS Francese e in certi periodi siamo stati molto più famosi in Francia e Belgio che in Italia. L’Italia non e’ mai stato un paese fondamentalmente Rock e non lo sarà mai…. ci sono tantissimi appassionati che difendono la cultura Rock, ma il Pop, Sanremo & Co. vincono sempre…
Ho paura che la musica, in questa società odierna sia diventata sempre di più una cosa da consumare velocemente o da sottofondo ad altre attività. I computer e la rete hanno  peggiorato la situazione. Mi ricordo che da ragazzo, come tanti miei amici, andavamo tutti i giorni, anche per un mese di fila, al negozio di dischi a vedere se era uscito il nuovo disco dei Led Zeppelin, o dei Deep Purple, o dei Black Sabbath, di cui avevamo saputo della imminente uscita da qualche rivista musicale… quando finalmente arrivava in negozio era festa, e passavamo settimane ad ascoltare, a digerire e a godere di quel disco.
Io me li ascoltavo addirittura in poltrona, al buio, davanti allo stereo, numerose volte, per godere al 100% della musica…. oggi non mi sembra che sia più cosi.. spero di sbagliarmi.

E’ vero.. ormai non si intende più la musica come quella dea che viene a baciarti dolcemente, ormai la musica è diventata un passatempo, e il digitale non aiuta affatto: certo, è comodo, ma non c’è più quella spasmodica attesa di giorni, ore, finchè non hai il disco in mano e lo assapori poco a poco.. oggi c’è lo streaming un minuto dopo appena uscito l’album…. Comunque:
Sei autore di numerosi riff e assoli entrati nel cuore dei fan dei Litfiba e non.. Cosa suscita in te tutto ciò? Come trovi l’ispirazione?
Non la cerco… arriva lei… quando arriva sono capace di passare un mese di fila, giorno e notte a registrare idee. Io non la cerco mai, non sarebbe naturale e spontaneo.

C’è mai stato un concerto, un’esibizione, un periodo che ti ha segnato particolarmente in termini di emozioni?
Tutta la mia vita è stata un’emozione, più o meno forte a seconda dei periodi, e spero che sia così anche in futuro.

Quante chitarre possiedi? Ce n’è una alla quale sei più affezionato? Se sì, perché?
Non ne possiedo tante…. in genere 8/9… conosco professionisti, più collezionisti di me, che ne possiedono anche 150. A mio avviso, uno strumento deve essere vissuto… va curato e suonato continuamente, per essere sempre in ottima forma, e non ho il tempo per  coccolare più strumenti di quelli che posseggo.

Quali sono state le tue influenze musicali agli inizi della tua carriera? Tra i gruppi della scena musicale attuale quali andresti assolutamente a vedere?
Le mie influenze musicali sono state il Rock, il Country, il Folk e il Blues degli anni ’50 ’60 ’70 e ’80… Gli artisti storici li ho visti quasi tutti dal vivo, alcuni più volte…
Ti rigiro la domanda… fra i nuovissimi artisti Rock, chi mi consigli di andare a vedere? Chi sta al pari degli storici? Forse sono rimasto un pò indietro… al giorno d’oggi trovo più facilmente nuovi artisti Pop o Rap o simili. Ultimamente mi piacevano i Black Keys, ma poi quel brano mi sembra di averlo già sentito, quell’altro lo hanno spudoratamente fregato ai Traffic… Mah ! Purtroppo la maggior parte dei giovani non conosce la storia della musica.

Mah, io ti rispondo che al pari degli storici non c’è e non ci sarà mai nessuno.. Tra i nuovi artisti Rock però c’è qualche gruppo che penso un giorno entrerà nella storia, tra cui ti consiglio caldamente i Wolfmother (che personalmente mi ricordano i Led Zeppelin), i Royal Blood (duo Basso/voce e batteria), i Tame Impala (che sfiorano un tantino l’ElettroRock) i Witch e i non più nuovissimi Queen of the Stone Age e Jack White.

Che dischi hai ascoltato ultimamente? Ce ne consigli qualcuno?
Ascolto sempre tanta musica, molta su YouTube e Spotify, che mi servono anche per indirizzarmi negli acquisti, anche se per me è sempre più difficile trovare un disco che mi piaccia dall’inizio alla fine. Ultimamente sto ascoltando i Tool e Mark Lanegan e l’ultimo disco che ho comprato su Amazon è Outlaw Carnie, di Bob Wayne, un bellissimo disco di Country moderno molto aggressivo.

Per il futuro hai qualche progetto musicale in cantiere? ..magari un disco strumentale..
Tutto può essere nel futuro… Di base tutte le mie idee musicali finiscono nella mia Band, ma può anche essere che in un futuro faccia qualcosa di diverso..

 

Ti ringrazio a nome di Manifest per la pazienza e il tempo concesso, grazie Ghigo!
La nostra chiacchierata purtroppo finisce qui, grazie infinite e buon Rock! A presto!
Un saluto a tutti gli amici di Manifest! Ciao Roberto, a presto!!

 

 

©Roberto D’Amico

Attore di teatro, Cantante e Cantautore, Scrittore in versi.

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