Nasce “Gizzeria 2.0”, la pagina facebook rivolta al mondo per restituire bellezza

[quote]“La tradizione è una forza viva che anima e informa di sé il presente”, I.  Stravinskij.[/quote]

Restando sul campo della tradizione e del presente, su cui molte volte il blog si è addentrato, scoprendo sempre nuovi aspetti, oggi voglio provare a spostare la lettura in un punto preciso della nostra Calabria: Gizzeria, paesino di 4.982 abitanti della provincia di Catanzaro, che dall’alto dei suoi 630 metri mostra uno dei panorami più mozzafiato della regione, il Golfo di Sant’Eufemia. Lungo la marina, nei suoi 10 km di costa, caratteristica principale del luogo è il vento, grazie al quale ogni anno nel mese di luglio si realizza il campionato europeo di kitesurf. Qui, la tradizione si incontra con la modernità, e lo sport fa da perno ad economia e cultura. Il paese, non ha origini certe circa la data della sua nascita, ma si pensa al periodo bizantino, mentre la forma ‘izaria’ è da ricondurre invece alla migrazione albanese. Intorno a questa comunità si è sviluppato il primo nucleo dell’abitato di Gizzeria, un paese che non avrebbe avuto un ulteriore sviluppo se non fosse stato, rinvigorito dall’apporto di profughi albanesi venuti nell’Italia   meridionale per domare la rivolta dei baroni calabresi. Furono questi soldati a rifondare tra il 1448 e il 1450 Gizzeria e numerosi altri paesi della provincia di Catanzaro.

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Ma quanto, a Gizzeria, la tradizione è forza che anima e informa il presente? Questo l’interrogativo che dovrebbe partire da ragazze e ragazzi del paese che nel paese ancora vivono, che lì sono rimasti. Come fare per trasmettere il ricco bagaglio di storia, di cultura, e di antropologia contadina e non solo, all’attualità di questo presente. Partendo dal senso di appartenenza. Dall’amore per Gizzeria, dalla forza di traduzione del tempo, e degli atteggiamenti. Non basterebbe! È sulla comunicazione che bisognerebbe puntare.

Tra gli occhi dei gizzeroti ce ne sono due, in modo particolare, che registrano, mediante la fotografia, attimi di vita quotidiana. Sono gli occhi dell’esploratore, di chi si sofferma in qualunque ora della giornata su un angolo di strada, sul ciglio di una porta, sui gerani che affacciano da un balcone o sui volti scavati dalla fatica, dalle rughe dei volti e dalle rughe su cui piedi stanchi poggiano il loro cammino fatto di saggia lentezza. Sono gli occhi di chi, con semplicità, riceve il dono della curiosità, di chi sa vedere ed apprezzare la bellezza e in modo generoso decide di restituirla, quasi come un invito specie rivolto ai giovani a fare lo stesso. Sono gli occhi e la fotografia di Rosario De Vito, che da un po’ di tempo a questa parte hanno trovato modo di estrinsecare racconti, avvenimenti e letture del presente del paese, attraverso una pagina facebook: Gizzeria 2.0.

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L’obiettivo è di valorizzare il nostro paese. Madre natura è stata molto generosa nei confronti dell’intero  territorio calabrese, le cui bellezze consentono di godere di un mare, e montagne da fare invidia alle più note località del mondo. Un modo per valorizzare tutto ciò potrebbe essere quello di far conoscere il nostro territorio a investitori stranieri e, con la giusta forza politica, convincerli che in questo territorio non c’è solo mafia. Da qui è nata l’idea di creare questa pagina, sei mesi fa, – afferma De Vito – rivolta a un’utenza internazionale. Il mio sincero augurio a Gizzeria, e a tutti i paesi come Gizzeria, è quello di non “morire” mai.

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Le foto sono estratte dalla pagina fb Gizzeria 2.0 a cura di Rosario De Vito.

Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

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