Vent’anni senza Fabrizio De Andrè, la sua musica è richiamo all’impegno civile: “Non citiamolo e basta”

L’ 11 gennaio del 1999 moriva Fabrizio De Andrè. Questa la frase ricorrente, ogni anno l’11 gennaio, per commemorare uno dei più grandi, o forse il più grande cantautore italiano di tutti i tempi. 

Ci pensate mai alla poesia che esprime anche solo il suo nome? Alla ritmica, alla musicalità del suo nome? E cosa direbbe oggi, Fabrizio, il cui successo pare aumentare in parte  solo dopo la sua morte, dei post, delle citazioni, e della retorica intorno al suo ricordo?

Oggi che l’Italia vive di intolleranza, razzismo, ignoranza, oggi che il Governo è più che mai formato da corrotti e corruttori, nuovi fascisti dell’epoca post moderna, a cosa può servire il ricordo di un anarchico e ribelle e sovversivo musicista quale De Andrè?

La comodità con cui si condivide sul web non può in alcun modo servire, ritornare utile, al suo ricordo, senza una presa di coscienza. Già! Perché nel suo caso, non si può certo parlare di ‘arte’ introspettiva e basta, come accade a volte per certi autori che pubblicano poesie.

Oggi, 11 gennaio 2019, gruppi di adolescenti continuano a suonare le sue canzoni, ad innamorarsi della sua voce e della sua vocazione per il mondo della musica, dunque da qui il dovere di rendere consapevole il suo messaggio ‘universale’ e ‘politico’ sebbene apartitico, a svegliarsi, a costituirsi parte civile di un processo di indebolimento totale della società.

Riempiamo di senso, i testi di Fabrizio, attraverso l’intuizione che conduce ad immaginare un mondo portato alla rovina, a scavare sulla rovina e a ri-costruire, mediante poesia.

Il romanticismo o  la nostalgia non sono più strumenti necessari al presente,  poiché ingabbiano e conducono  ad appiattire il sentimento collettivo.

Ogni giorno è una storia d’amore.

Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.