Corrado Alvaro a 60 anni dalla sua morte, mercoledì 16 convegno all’Unical

Segnaliamo in agenda, l’incontro su Corrado Alvaro a 60 anni dalla sua scomparsa, mercoledì 16 novembre a partire dalle ore 9.00 presso l’Università della Calabria a Cosenza. Di seguito la nota stampa del dipartimento di studi umanistici, a cura di Vito Teti organizzatore del convegno e degno  studioso di Alvaro.

Sono passati sessant’anni dalla morte di Corrado Alvaro. Questa ricorrenza è quasi passata inosservata a livello nazionale e regionale. Il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unical, coerentemente con una costante attenzione per l’ opera dello scrittore (bisogna ricordare tesi di lauere e di dottorati sull’opera di Alvaro portate avanti negli anni) organizza un Convegno Nazionale di studio, dal titolo “Alvaro tra Calabria, Mediterraneo ed Europa”.  Il Convegno vede la partecipazione di alcuni dei maggiori studiosi dell’opera di Alvaro provenienti da diversi atenei e da differenti parti d’Italia, ma anche tanti studiosi giovani che negli ultimi anni si stanno accostando ad Alvaro con grande rigore metodologico. L’iniziativa culturale ha avuto il patrocinio della Fondazione Carical (presidente il prof. Mario Bozzo) e della Regione Calabria, che sarà rappresentata dal presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio.

Corrado Alvaro è uno degli scrittori più originali e profilici della prima metà del Novecento europeo. Autore di poesie, saggi, note di viaggio, articoli, romanzi, racconti, memorie, è stato anche animatore della vita culturale e intellettuale italiana tra le due guerre. Un intellettuale davvero unico nella sua capacità di restare fedele e ancorato a un luogo e insieme nelle facilità di aprirsi al mondo, alla cultura esterna, a sprovincializzare sia le culture regionali che quella nazionale. La sua opera di saggista, giornalista, scrittore, memorialista, autore di teatro, raffinato traduttore, viaggiatore curioso, responsabile di pagine culturali e con importanti impegni nel mondo editoriale, nel cinema, nella radio, spazia, nell’arco di un trentacinquennio, dalla critica cinematografica a quella letteraria, dagli articoli di scienza e quella di costume, dal commento alla vita politica e sociale all’interesse per le grandi questioni che affrontava il mondo separato in blocchi, l’uscita dall’Italia dalla guerra e anche il passaggio dalla tradizione alla modernità, dalla civiltà agro-pastorale alla civiltà delle macchine.

Alvaro è lo scrittore che ha colto, narrato e interpretato l’antropologia profonda della Calabria, segnalandone contrasti, bellezze, miti, tortuosità, asprezze. Ogni definizione della poetica e dello stile di Alvaro rischiano di apparire riduttivi. Il suo realismo, il suo riferimento al mito, il dialogo con i classici, l’apertura alla letteratura europea (molte relazioni sono incentrate sul rapporto di Alvaro con la tradizione culturale e letteraria mitteleuropea) lo rendono un autore unico nel panorama nazionale ed europeo. La vocazione di Alvaro è quella di indagare la cultura regionale quando incontra la grande tradizione italiana ed europea. Non a caso dedica pagine fondamentali a Tommaso Campanella e individua quelle figure di pensatori e artisti (Gioacchino da Fiore, Leonzio Pilato, Baarlam, Telesio, Mattia Preti) della sua regione che hanno dato un apporto alla cultura nazionale e moderna. Tradizione e modernità per Alvaro non sono termini inconciliabili, ma dialettici, inseparabili. Soltanto Pier Paolo Pasolini, nella seconda metà del Novecento, abbia, per intensità, vastità di interessi, ricerca di tante forme espressive, presenza nel dibattito culturale, sia in qualche modo “accostabile” ad Alvaro. Il Dipartimento di Studi Umanistici (grazie al Sistema Bibliotecario Vibonese che ha rinvenuto il Fondo di Domenico Lico, compagno e amico di Alvaro al Galluppi di Catanzaro) si è occupato di salvare e custodire, proteggere e rendere pubbliche, fare conoscere e valorizzare scritti inediti, manoscritti e dattlisocritti, tra cui poesie, un dramma novelle del periodo 1911-1914 e un racconto del 1916, considerato da Alvaro una prima prova di Gente in Aspromonte (si veda il volume “Un paese” pubblicato presso l’editore Donzelli a cura di Vito Teti e con scritti di Pasquale Tuscano, organizzatori del Convegno).

Il Convegno ha come scopo quello di rileggere l’Avaro europeo, italiano, calabrese da parte di studiosi giovani e di critici e letterati che delle sue opere si occupano da decenni. Il Dipartimento di Studi Umanistici, in collaborazione con Fondazione Carical e Regione Calabria, ha in mente la realizzazione di un progetto ambizioso che prevede la pubblicazione di inediti ed editi alvariani, la realizzazione di una mostra fotografica e di documentari, la divulgazione degli Atti e di opere di Alvaro nelle diverse scuole della regione.  Va segnalato che l’editore Rubbettino sta per pubblicare “Un treno nel Sud” (mai ristampato dopo la prima edizione postuma del 1958), con introduzione di Vito Teti, che parla del libro come uno dei più avvincenti e originali libri sul Sud, dove Alvaro, coerentemente con la sua inconfondibile cifra stilistica, rivela il dono di “mescolare” memorie, note di viaggio, riflessioni antropologiche, analisi socio-politiche e racconti indimenticabili di personaggi, donne, ragazzi, uomini, paesaggi e paesi di un Sud in movimento nel periodo di una grande trasformazione, di cui Alvaro segnala bellezze e rischi.

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Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

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