Queste riflessioni, sono apparse per la prima volta sul sito comieco.org, nell’ambito di un concorso. Sono incentrate sul mio rapporto con la carta e di conseguenza i libri, il mio più profondo e viscerale amore.
La carta c’è sempre stata nella mia vita. Tanta, varia. I giornali che circolavano per casa, la voglia di imparare a leggere e a scrivere prima di ogni altra cosa perché così potevo “imitare i grandi” ed iniziare a capire il mondo. “Mamma se tu leggi, voglio leggere anche io”: saltavo nel lettone, nelle notti di inverno, quando papà faceva il turno serale in ferrovia. L’edicola nel bar di mio zio, un mondo magico in cui perdersi, l’odore unico e inconfondibile di inchiostro, caffè, cioccolata, colori, pennarelli, matite, penne, quaderni, souvenir, i libri della tradizione popolare calabrese: un’ atmosfera ormai perduta di luogo intimo. Ad accoglierti, all’ingresso, la scritta “Il futuro ha un cuore antico” di Carlo Levi, compresa pienamente solo più tardi, quando gli effetti della società dei consumi sono diventati palesi, mentre corrodevano il cuore dei borghi abbandonati nell’effimera corsa al progresso.
Fingevo di essere una giornalista del TG sulla sedia girevole dietro la cassa del bar, scarabocchiando su grandi fogli bianchi, giocando e sognando ad occhi aperti.
I libri per bambini, quelli antichi di mamma, papà, dei nonni; le favole e poi l’ingresso nell’universo della letteratura, della vita e degli uomini. Centinaia di foto nei cassetti, testimonianze di quel viaggio italiano dalle guerre al boom economico, i cambiamenti epocali, il trentennio d’oro. I libri come migliori amici, quando nessuno era accanto a te, approdando a nuove conoscenze, storie, culture, abbattendo ogni volta limiti e pregiudizi. L’informazione che cambia negli anni ,dopo il g8 di Genova del 2001, primo vero episodio di violenza e repressione nella mia memoria di bambina.
I libri per gli esami universitari, amati e odiati, eppure tutti legati da un unico sottile filo rosso: la non accettazione dello status quo, la ribellione delle coscienze, l’indignazione, l’arte, la politica come vita attiva, il potere enorme, smisurato delle parole, il “no” come affermazione dell’essere.
La carta e l’inchiostro parte di me, come sangue nelle vene.
"Se leggo un libro che mi gela tutta, così che nessun fuoco possa scaldarmi, so che è poesia. Se mi sento fisicamente come se mi scoperchiassero la testa, so che quella è poesia. È l'unico modo che ho di conoscerla. Ce ne sono altri?" E. Dickinson