Zitta… Cretina – recensione

Al centro della scena un tavolo bianco e azzurro, di fianco una toeletta vintage in ceramica, invasi di rosso da due energici bagliori che vengono proiettati dall’alto. Una donna, Adele, intenta a svolgere una delle tante faccende di casa aspetta l’accomodarsi degli spettatori sulla gradinata. Di lato, lontano dai riflettori ma con viva presenza, un uomo circondato da vari strumenti musicali. Alle loro spalle due installazioni senza braccia rappresentanti un uomo e una donna… silenzio.

Inizia così il terzo appuntamento della rassegna estiva giunta al suo quarto anno “Teatro d’aMare,” a cura di LaboArt nel Teatro del Porto di Tropea (VV) con la rappresentazione  Zitta…Cretina, dalla regia di Bernardo Migliaccio Spina, in scena l’attrice Giulia Palmisano e accompagnamento musicale di Marco De Leo.

Corleone anno 1960: Adele è incinta di un uomo fuggito via e decide dopo varie discussioni con sua madre di sposare Totò “u manciatu”, chiamato così dai paesani per via di una malattia della pelle, non per amore ma per dare il nome a “u figghiolu“. Lei è una bellissima donna, dalla femminilità tutta mediterranea. Nonostante la sua giovane età, Adele ha nella sua mente quel tratto da sensitiva, capace di scrutare la puzza di marcio emanata da quel subdolo di suo marito. L’aria di tensione si percepisce fin dentro le ossa, dal primo all’ultimo minuto. E’ un lento progredire verso un tornado terribile che attira a sé succhia via tutta la vitalità della giovane, alla quale restano soltanto i ricordi del suo ultimo momento di libertà, quando l’amore era un sentimento di passione, e non una trappola violenta.

Non ho staccato lo sguardo neanche per un secondo dal palco, era difficile restare indifferenti a questa storia che seppur ambientata negli anni sessanta aveva un carattere fin troppo attuale. Il tema della violenza sulle donne è stato trattato senza cadere nel banale, ben dosato con gesti e parole. Ottima scelta quella di dividere le varie scene con uno stacco musicale ( ho apprezzato tantissimo il cambio d’abito ). Applauso del pubblico assolutamente meritato.

 

 

“Teatro d’aMare, passaggi e paesaggi del teatro italiano contemporaneo”, rassegna teatrale con direzione artistica di Maria Grazia Teramo, LaboArt presso Teatro del Porto di Tropea (VV).

ZITTA…CRETINA, LocriTeatro. Regia di Bernardo Migliaccio Spina, liberamente ispirato a “Adele” di Giuseppina Torregrossa. Con Giulia Palmisano e alla chitarra Marco De Leo.

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