Il titolo dello spettacolo andato sul palco lo scorso 7 gennaio al tip teatro, “Apocalisse Tascabile” è certamente particolare, che sintetizza il tutto.
Due ragazzi si sono esibiti sul palco e hanno descritto i disagi della loro generazione in pochi passi. Sono un po’ più giovani di me ma condividiamo problemi molto simili.
I due sono di Roma, descrivono Roma, citando un supermercato e altre situazioni legate al commercio, la famosa “carta fidelity”, paragonandola ad una sorta di carta sacra.
Naturalmente ciò che vivono queste persone a Roma è una situazione diffusa in tutto il paese, niente di nuovo, diciamo.
Lo fanno in un modo simpatico, satirico, facendo ridere ed intrattenendo bene il pubblico, con espressioni facciali e battute usate al momento giusto.
Un ragazzo è uno di quelle persone che si è persa nella “comfort-zone” così la chiamano, ma in realtà è la situazione di stasi dei giovani quando esaurisocno le alternative, laureati e non. Quando dovrebbero cercare lavoro e lo fanno, ma hanno enormi difficoltà e se ne trovano uno spesso può essere poco stimolante dato che può essere che c’entri poco con la loro laurea conseguita.
Infatti sottolineano ironicamente che certe lauree nel mercato del lavoro odierno sembra non servire, e mi ricordo che in una scena, ripetono di laurearsi in economia.
Penso che questo abbia diversi sensi: uno è prendere in giro che dice che serve solo una laurea, magari i parenti che ti ripetono ossessivamente che il percorso di studi da te scelto non farà altro che portarti in una strada senza uscita…
Anche una presa in giro verso quei discorso dei cosiddetti “influencer” o altre persone che trovi nei reel che provano a venderti le loro cosiddette “soluzioni”, per poter diventare ricco in un attimo, ma poi, è anche un modo per denunciare la situazione drammatica del lavoro in Italia.
La gente non ci pensa, ma non è così semplice laurearsi in qualcosa, soprattutto se questo qualcosa con te ha poco a che fare.
Io sono laureato in scienze dell’educazione, ad esempio, ma so che non potrei mai provare a fare materie economiche, matematiche, mediche ecc. perché so di “Non capirci niente”; non necessariamente per mancanza di intelletto, ma perché sono una persona che ha altre tendenze e sono capace ci comprendere altro, e quindi questo è il mio “ruolo”, diciamo.
Infatti i due ragazzi penso che siano stati autoironici quando hanno preso in giro la facoltà DAMS, in cui (persumo) si siano laureati: hanno rappresentato in modo simpatico e sarcastico diversi pensieri, pregiudizi e luoghi comuni dell’italiano medio.
Cercavano di rappresentare in tutti questi modi un’apocalisse, non nel senso cristiano ma come una fine della società, come la conosciamo, cambiando il senso sacro della fine del mondo, con simboli della società odierna di vario genere, come “la carta fidelity”.
Appare un angelo, che dichiara che in realtà è un commercialista, infatti.
Comunque mi permetto di fare una critica, anzi, di dare un consigli oda umile spettatore: dal mio punto di vista, lo spettacolo poteva durare un po’ meno, i due ragazzi sembrano perdersi nel finale, ovvero che ci “credevano” di meno. Avrebbero dovuto trasmettere la serietà del finale con la stessa intensità della comicità, secondo me.
Dopo tanto ridere, ci siamo smarriti, non capivamo più se fosse il momento di essere seri o di continuare a ridere, cosa che ha fatto perdere un po’ la concentrazione la nostra empatia con i personaggi.
Molti spettacoli teatrali che vedo vogliono rappresentare la realtà in diversi modi, credo che sia uno dei vari modi per far sentire la propria voce, forse il migliore, senza vere la pretesa di poter cambiare davvero qualcosa, forse sono sfoghi, forse sono messaggi.
Sembra che se parli troppo, in questo modo, in questo senso. Se ne parla tanto, ma cambia sempre poco o niente.
Non ci resta che il teatro.
Comunque molto bravi, spettacolo piacevole e ringraziamo sempre il tip per il suo lavoro di divulgazione culturale.
https://loscittorevolante.wordpress.com/
nato nell'ulimo degli anni '80, sono un sognatore, che mette i propri sogni, nella scrittura.
Nato e cresciuto a Lamezia Terme.