[Già pubblicato su Gazzetta del Sud del 22/10/23, pagina di Lamezia Terme]
Per la stagione 2023/2024 de I Vacantusi, sulle tavole del Teatro Grandinetti, è andato in scena lo scorso venerdì lo spettacolo “I quattro desideri di Santu Martinu”, una produzione della compagnia Scena Verticale, liberamente tratto da fabliaux anonimi medievali, di e con Dario De Luca e il musicista Gianfranco De Franco.
Una superba prova, quella dell’attore e regista cosentino che, con l’intrigante accompagnamento musicale dal vivo di De Franco (una garanzia di eleganza e di architettura sonora), ha intrattenuto il folto pubblico in sala con la riscrittura “in salsa calabrese” di un anonimo fabliau medievale, di ambiente piccardo, e a tratti grottesco, cioè uno di quei modelli, un prototipo quasi, per tutta la letteratura erotica e oscena che forse persino oggi può ancora scardinare diversi tabù. L’originale è stato peraltro di recente pubblicato nell’antologia curata dal celebre medievista Alessandro Barbero, “La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali”.
Attraverso sapienti manovre drammaturgiche di trasformismo, De Luca diventa così il novello trovatore calabrese che incornicia l’ilare storia del pecoraio e della pacchiana, sua moglie, personaggi forse archetipici per le tradizioni nostrane ma qui imbevuti di un picaresco che è il risultato della coraggiosa ibridazione di tradizioni diverse. I due, alle prese con un San Martino disposto a esaudire ben quattro desideri, si immergono in una poco sagace, quanto surreale, situazione metamorfica piena di sconcezze memorabili. Ma è chiaramente il gioco del teatro a farla da padrona: nel patto silente tra corpo recitante e pubblico in ascolto, quest’ultimo si riscopre “corpo recitato” se è vero che il riso non è mai passivo, seguendo De Luca, ma partecipante, perché anche liberatorio, perché privo dei tabù spesso autoimposti pudicamente.
Com’è vero, per esempio, che la storia messa in scena scardina con intelligente irriverenza il tabù della sessualità femminile, visto che è la Pacchiana a tenere le redini dell’erotico intreccio. Poi, c’è il potente mezzo della lingua, del dialetto in questo caso, che ha dalla sua un’evocativa potenza lessicografica, come nel momento in cui vengono sciorinati con gusto i geosinonimi degli organi sessuali, maschile e femminile.
Vive a Lamezia Terme, legge e scrive dove gli capita. A tempo perso si è laureato in Beni Culturali e in Scienze Storiche, a tempo perso gestisce il blog Manifest e a tempo perso è responsabile della Biblioteca Galleggiante dello Spettacolo del TIP Teatro. Di fatto, non ha mai tempo. Ha esordito nel 2023 con il romanzo "Al di là delle dune" (A&B)